Le intolleranze alimentari sono una serie di risposte anomale dell’organismo provocate da alcuni alimenti. Le reazioni avverse dell’organismo in caso di intolleranza si producono attraverso meccanismi di vario tipo a carico dell’apparato digerente.
Le uniche due intolleranze riconosciute dalla comunità scientifica sono quella al glutine e al lattosio. Nei soggetti intolleranti al glutine il consumo di questa sostanza, contenuta in cibi quali la pasta, il pane, la farina, i biscotti e tutti i prodotti da forno, finisce per danneggiare in modo permanente il rivestimento dell’intestino e ridurre drasticamente la capacità di assorbimento dei principali nutrienti contenuti in quei cibi.
Le persone intolleranti al lattosio invece hanno una carenza dell’enzima lattasi, che aiuta a digerire e che ha il compito di scomporre il lattosio, per cui l’organismo dei soggetti intolleranti non riesce a farlo e trasporta lo zucchero fino all’intestino crasso dove viene fermentato dai batteri della flora batterica intestinale.
La maggior parte delle persone è intollerante al lattosio senza sapere di esserlo, poiché spesso si ha una forte carenza di enzima lattasi, ma non si sono avute delle forti ripercussioni sul proprio intestino.
Quando si è intolleranti al glutine si ingrassa?
In generale non esiste alcuna correlazione tra la presenza di un’intolleranza e l’aumento di peso.
Chi sostiene che un’intolleranza alimentare determini un aumento di peso lo fa in base a questo presupposto: la reazione avversa ripetuta nel tempo dà luogo a fenomeni di tipo infiammatorio che possono favorire l’insorgere di insulino-resistenza.
Ogni volta che i soggetti intolleranti mangiano il cibo che il loro organismo non tollera si innesca in risposta un vero processo infiammatorio, come se introducessero un batterio o un’altra potenziale minaccia per la salute, cosa che stimola il pancreas a produrre insulina e di conseguenza a far sì che il corpo, invece di utilizzare il cibo consumato per produrre energia immediata, la stipi nelle riserve di grasso: è proprio questo processo a causare l’aumento indesiderato di peso.
Va da sé che più vengono ingeriti gli alimenti che provocano intolleranza, più l’organismo dei soggetti intolleranti trasforma le calorie ingerite in grasso anziché in energia pronta da consumare.
In altri casi, però, visto che se un alimento viene male assorbito può causare vomito o dissenteria, il soggetto intollerante rischia di subire un processo dimagrante, peraltro non auspicabile né sano in quanto legato a problemi patologici.
Chi è celiaco dimagrisce?
In senso stretto la risposta è no, e quando si verificano perdite di peso consistenti, dipendono dal fatto che i soggetti eliminano interi gruppi di alimenti, come i latticini che apportano tanti grassi saturi, o i farinacei che apportano parecchie calorie per porzione, senza preoccuparsi di sostituirli.
Le intolleranze alimentari vanno prese in considerazione per i sintomi che generano e non tanto per ottenere un dimagrimento.
Liberarsene significa migliorare la qualità della propria vita: manifestazioni comuni di intolleranza alimentare, infatti, sono nausea, meteorismo, diarrea, cefalea, sonnolenza, reazioni cutanee, riniti, ritenzione di liquidi.
Chi mangia senza glutine dimagrisce?
No, i prodotti senza glutine non fanno dimagrire.
Quindi sfatiamo il mito che mangiare gluten free faccia bene per perdere di peso in quanto non esistono prove scientifiche che dimostrino l’efficacia di una dieta dimagrante gluten free.
I prodotti senza glutine hanno le stesse calorie dei prodotti tradizionali ma presentando un più alto indice glicemico, causato dall’assenza del glutine, vengono spesso addizionati di grassi, con conseguente incremento del numero di calorie, quindi possono fare ingrassare, o comunque alzare l’indice glicemico.
L’indice glicemico indica la velocità con cui aumenta la concentrazione di glucosio nel sangue dopo l’assunzione di 50 grammi di carboidrati. Insieme al carico glicemico, ovvero la quantità di carboidrati assunti, è responsabile dell’accumularsi di calorie nel nostro organismo.
In altre parole, più alto è l’indice glicemico di un alimento maggiore sarà l’accumulo di calorie in eccesso.
Per questo chi mangia più riso ha maggiori probabilità di metter su chili rispetto a chi predilige la pasta, che ha un indice glicemico minore.
Le proteine, glutine compreso, contribuiscono ad abbassare l’indice glicemico, e quindi i prodotti in cui la proteina è assente naturalmente, come il riso, così come quelli “gluten free”, presentano un maggiore indice e carico glicemico. Favorendo così inesorabilmente l’aumento di peso.
Oltre a ciò, i prodotti senza glutine non sono più salutari e non è vero che saziano di più.
I cibi gluten free contengono una percentuale minore di fibre, sali minerali e vitamine.
Molti cereali naturalmente privi di glutine, come il riso e il mais, presentano infatti una minore concentrazione di questi elementi rispetto a quelli che invece che lo contengono, quali il frumento e l’orzo.
Il glutine ha un elevato potere saziante e quindi, a dispetto di quanto comunemente creduto, i prodotti con glutine possono essere un valido aiuto per coloro che vogliono perdere peso.
Test del DNA per la celiachia
Se vuoi scoprire se sei affetto da questa intolleranza al glutine ti basta fare un semplice test del DNA tramite saliva ed attendere il risultato, il tutto nella comodità di casa tua.
Per fare il test del DNA per la celiachia riceverai a domicilio il kit di prelievo della saliva e una volta eseguita la procedura un corriere passerà a ritirare e portare il tutto in laboratorio.
Il referto verrà spedito per mail in 10 giorni e potrai scoprire se hai la predisposizione genetica a sviluppare questa malattia e nel caso iniziare una terapia con medico specialista per ritardare o prevenire i sintomi.