Al giorno d’oggi chi è che non conosce un amico/parente che dice di avere l’intolleranza all’alimento XXX? Probabilmente in pochi però sanno che le uniche intolleranze riconosciute come “reali” dalla comunità scientifica sono due: al lattosio e al glutine. In questo breve articolo vi poniamo 6 domande cui dovreste saper rispondere se avete intenzione di farvi un test delle intolleranze alimentari.
#1 – Qual è la differenza tra Intolleranza ed Allergia alimentare?
Ad oggi il mondo delle allergie ed intolleranze alimentari è così vasto e pieno di sfaccettature che non c’è accordo nella comunità scientifica riguardo ad una definizione chiara e concisa che metta in luce le differenze tra queste due patologie.
Una delle definizioni più utilizzate afferma che: “le intolleranze sono reazioni anomale dell’organismo ad una sostanza estranea, non mediate dal sistema immunitario mentre le allergie sono reazioni anomale del sistema immunitario che si esprimono con la produzione di IgE”.
Tale definizione è ormai obsoleta in quanto è stato dimostrato che anche nelle intolleranze interviene il sistema immunitario ma con una reazione più lieve rispetto alle allergie.
Possiamo però discriminarle in base alla comparsa dei sintomi che nelle allergie si manifestano immediatamente mentre nelle intolleranze si verificano anche a distanza di giorni dall’ingestione di determinati alimenti.
#2 – Lattosio e glutine cosa sono?
Il lattosio è il principale zucchero del latte prodotto dai mammiferi ed è contenuto oltre che nel latte anche nei suoi derivati (formaggi e yogurt) e in prodotti a base di siero di latte.
Nell’intestino viene scisso per essere digerito in glucosio e galattosio ad opera di un enzima, la lattasi.
L’uomo è diventato geneticamente capace di metabolizzare il lattosio circa 10.000 anni fa: una mutazione genetica ha consentito in alcuni individui di produrre la lattasi.
Poiché questa circostanza si è verificata dopo rispetto al flusso migratorio che ha portato l’uomo a spostarsi dall’Africa verso l’Europa dove la pastorizia era più diffusa, si spiega l’osservazione per cui nelle zone equatoriali e nella bassa Europa l’intolleranza sia più diffusa (prevalenza del fenomeno intorno al 70%) rispetto al centro (30%) ed al nord Europa (5%).
Il glutine è un complesso proteico presente nella maggior parte dei cereali dell’alimentazione umana come frumento, farro, segale e orzo.
La celiachia è una condizione di malassorbimento intestinale causata da un’intolleranza permanente al glutine.
#3 – In cosa consiste il test per l’analisi di una intolleranza alimentare?
Per diagnosticare queste patologie è necessario solamente un campione di saliva da prelevare tramite un tampone orofaringeo (un cotton fioc allungato per intenderci).
Nell’intolleranza al lattosio analizzeremo il DNA per capire se il soggetto in esame possiede varianti genetiche associate a bassa produzione di enzima lattasi.
Nell’intolleranza al glutine invece, verrà esaminata la presenza degli alleli HLA indicatori della predisposizione alla malattia celiaca.
L’esito negativo di questo test (ovvero l’assenza delle varianti HLA nel DNA del paziente) esclude la comparsa della malattia durante tutta la vita.
#4 – Predisposizione alla celiachia: cosa vuol dire?
Una predisposizione genetica significa che un soggetto possiede delle varianti genetiche nel suo DNA associate con un’elevata incidenza dello sviluppo di una determinata patologia
La positività al test per l’intolleranza al glutine significa che si ha una predisposizione allo sviluppo della malattia celiaca, ma essendo una predisposizione appunto, non è detto che essa si manifesterà.
Il Test aiuta il paziente a prendere coscienza in maniera molto facile e veloce della predisposizione alla celiachia che poi dovrà essere confermata da test sierologici.
#5 – Quante intolleranze esistono al mondo?
Molto spesso si trovano in rete test delle intolleranze alimentari che affermano di poter analizzare tramite una goccia di sangue fino a 150 alimenti.
Ad oggi le uniche intolleranze riconosciute sono quelle al lattosio e al glutine, i disturbi gastrointestinali non riconducibili a questi due alimenti riguardano altre patologie nel soggetto in esame e non sono classificabili come intolleranze.
Tra le analisi che è stato dimostrato non abbiano alcuna valenza scientifica ci sono:
- dosaggio IGg4;
- test citotossico;
- Alcat test;
- test elettrici (vegantest, elettroagopuntura di Voll, bioscreening, biostrengt test, sarm test, moratest);
- test kinesiologico;
- dria test;
- analisi del capello iridologia;
- biorisonanza;
- pulse test;
- riflesso cardiaco auricolare.
Tali esami non sono riconosciuti dalla comunità scientifica e sono fermamente sconsigliate dalla Società Italiana di Allergologia, uno dei massimi organi italiani per quello che riguarda intolleranze ed allergie alimentari.
#6 – Quali sono i sintomi delle intolleranze a glutine e lattosio?
Sintomi dell’intolleranza al lattosio sono sostanzialmente di natura gastrointestinale e causati dal fatto che lo zucchero passa indigerito attraverso l’intestino giungendo fino al colon, dove viene fermentato dalla flora batterica con produzione di idrogeno ed acidi organici.
Elevate quantità di idrogeno provocano gonfiore e sensazione di pienezza e tensione addominale, crampi, meteorismo, flatulenza e diarrea.
L’insorgenza dei sintomi è legata ad un valore soglia di lattosio introdotto con gli alimenti, che varia da individuo a individuo.
Ne deriva che un trattamento opportuno di questa intolleranza non dovrebbe prevedere l’eliminazione totale di ogni fonte di lattosio dalla dieta, piuttosto dovrebbe mirare ad individuare quella quantità massima di lattosio tollerata da ogni soggetto.
La malattia celiachia causa un malassorbimento intestinale dovuto ad un’intolleranza permanente al glutine.
La reazione autoimmunitaria che si scatena è causata dai globuli bianchi (linfociti T) che riconoscono come estraneo un enzima, la transglutaminasi, che normalmente è coinvolto nel metabolismo delle prolamine (una componente proteica del glutine).
Ne deriva un processo infiammatorio che finisce con il distruggere l’epitelio che riveste il lume interno dell’intestino, con conseguente malassorbimento di tutti i nutrienti.
I sintomi si manifestano molto lentamente e in alcuni casi anche a distanza di giorni dall’ingestione del cibo.
Nella forma classica sono presenti diarrea, perdita di peso e tutti quei problemi che sono caratteristici di un malassorbimento globale, soprattutto per quanto riguarda le vitamine, il ferro ed i folati. Si possono osservare anche fenomeni quali aumento delle transaminasi, aumento del numero delle piastrine, disordini neurologici (alterazioni dell’equilibrio, epilessia), infertilità, aborti ricorrenti, alterazioni cutanee come chiazze rilevate ed alopecia.