Quali sono le malattie legate all’alimentazione

Un decesso su cinque di quelli che si registrano ogni anno in tutto il pianeta è da ricondurre a scelte alimentari poco equilibrate. C’è chi ha accesso a meno cibo di quello di cui avrebbe bisogno. E chi, invece, ogni giorno ha a disposizione quantità sufficienti o anche superiori a quelle necessarie, ma di scarsa qualità. Le scelte alimentari, secondo i ricercatori, hanno rappresentato il punto di partenza per l’insorgere di malattie o complicanze poi rivelatesi fatali.

In Europa, ma soprattutto in Italia, le malattie croniche non trasmissibili per le quali esiste un largo consenso circa l’influenza dell’alimentazione sono quelle cardiovascolari, il diabete di tipo 2, l’ipertensione, la carie dentale e l’obesità, quest’ultima causa indipendente di quasi tutte le patologie elencate. L’alimentazione scorretta sembra possa costituire un fattore di rischio anche per alcune forme tumorali.

Vediamole nel dettaglio qui di seguito.

Un parametro di riferimento: lo stato di nutrizione

Lo stato di nutrizione è la particolare condizione biologica data dal rapporto tra il fabbisogno di nutrienti e la loro assunzione e utilizzo. Quando vi è equilibrio, si parla di eunutrizione (ovvero una buona nutrizione), se l’equilibrio è alterato invece ci troviamo in uno stato di malnutrizione.

Lo stato di nutrizione è determinato da tre variabili:

  • il bilancio energetico che può risultare o in equilibrio o positivo o negativo;
  • la composizione corporea, in particolare
  • la quantità di massa grassa e magra;
  • la funzionalità corporea.

Alimentazione e malattie cardiovascolari

Di particolare rilevanza, per quanto riguarda il rapporto tra alimentazione e malattie cardiovascolari, sono la quantità e la qualità dei grassi giornalmente assunti con la dieta.

Tali malattie sono strettamente correlate al livello del colesterolo ematico e le sue diverse forme (HDL e LDL). Andrebbe evitato un eccesso di grassi di origine animale, che sono in prevalenza acidi grassi saturi. I grassi di origine vegetale e marina, ricchi di acidi grassi polinsaturi, modulano invece verso il basso il colesterolo ematico.

Alcuni studi sperimentali mettono in evidenza l’importanza del ruolo svolto dall’assunzione di fibre nel modulare i valori del colesterolo ematico che abbasserebbe l’incidenza delle malattie delle coronariche.

Obesità

Lo squilibrio tra l’introduzione e il consumo di energia è causa di sovrappeso e obesità, patologie in crescita in tutto il mondo. A essere maggiormente colpiti sono gli adulti, ma i casi vanno aumentando anche tra i bambini, il che suggerisce che in futuro l’obesità costituirà una delle sfide maggiori per la salute pubblica, sia perché la sua prevalenza è in costante e preoccupante aumento non solo nei Paesi occidentali ma anche in quelli a basso-medio reddito.

Un eccesso di massa grassa può essere alla base di varie patologie come la cardiopatia coronarica, il diabete, l’ipertensione e alcuni tipi di cancro. Il rischio aumenta con l’aumentare del peso e varia in base alla distribuzione del grasso nel corpo.

Il sovrappeso e l’obesità vengono definiti in base all’indice di massa corporea (BMI, Body mass index). Un BMI inferiore a 19 denota sottopeso e comporta un moderato grado di rischio, un valore superiore a 25 indica sovrappeso, che diviene obesità di vario grado a partire dalla soglia di 30. A livello di popolazione, un BMI tra 19 e 25, considerato normale, comporta un valore medio di 22, ma poiché quasi sempre il BMI medio si colloca intorno a 24-26, se ne deduce che una porzione consistente della popolazione è sovrappeso oppure obesa.

L’obesità è causata da fattori genetico-costituzionali e ambientali; oltre a questi, la vita sedentaria e la riduzione dei bisogni energetici (come vivere in ambienti troppo riscaldati) concorrono a incrementare l’aumento di peso. Anche la bulimia, un disturbo del comportamento, può concorrere a causare l’obesità e ad aggravarla.

L’obesità comportamentale si riscontra nei bambini e negli adolescenti ma anche negli
adulti, in seguito a uno shock affettivo o a una prolungata tensione emotiva. Le classi più colpite risultano quelle con livello socio-culturale medio-basso e i bambini con uno o entrambi i genitori obesi.

L’obesità comporta molte patologie correlate come osteoartriti, problemi di carico alle articolazioni, ernie e vene varicose e, cosa molto più grave, costituisce un fattore indipendente di rischio per le malattie delle coronarie e per l’ipertensione, fa aumentare i disturbi gastrointestinali, alcuni tipi di tumore e la prevalenza del diabete di tipo 2.

Alimentazione e cancro

Una dieta ricca di grassi aumenta il rischio di tumore al colon e, in caso di obesità, anche alla prostata e all’endometrio, nonché, dopo la menopausa, al seno.

Un elevato consumo di sale o di alimenti sotto sale o affumicati fa aumentare il rischio di cancro allo stomaco, mentre bevande e cibi molto caldi favoriscono l’insorgenza di neoplasie della cavità orale, della faringe e dell’esofago; un elevato consumo di carne rossa sembra associato a un modesto aumento del rischio di cancro colon-rettale, ed è inoltre consigliabile consumare solo occasionalmente carne o pesce cotti alla brace. Ciò indica che spesso il fattore di rischio non è legato all’alimento in sé, quanto piuttosto alle modalità con le quali viene preparato.

Particolarmente degna di nota è l’osservazione che un’alimentazione ricca di frutta e verdure riduce il rischio di tumore, con un più specifico effetto protettivo nei confronti dei tumori a carico di colon, bocca, faringe, laringe, polmoni, stomaco e probabilmente anche di pancreas, seno e vescica, e forse nei confronti del cancro in generale.

La frutta e le verdure svolgono un’azione protettiva per la presenza di antiossidanti come carotenoidi, vitamina C, vitamina E e selenio.

Osteoporosi

L’osteoporosi è una malattia metabolica ossea caratterizzata sia da una riduzione della quantità dell’osso che da un’alterazione della sua architettura causando così la fragilità del sistema scheletrico fino ad indebolirlo a tal punto che anche piccoli traumi possono provocare fratture.

Per approfondire su questo tipo di patologia ti invito a leggere il nostro articolo su cause e rischi dell’osteoporosi.

Diabete

Il diabete è una malattia in cui c’è aumento nel sangue dei livelli di glucosio per un deficit della quantità e nell’efficacia biologica dell’insulina, l’ormone che controlla la glicemia nel sangue e che viene prodotto dal pancreas.

Esistono due forme di diabete: il tipo 1 e il tipo 2. Il primo è una patologia autoimmune dove vengono distrutte le cellule del pancreas che producono insulina. Il tipo 2 invece dipende da fattori genetici o ambientali, tra cui molta importanza hanno quelli legati all’alimentazione.

In molti casi chi soffre di diabete di tipo 2 avrà problemi di obesità e viceversa chi è obeso ha un rischio di contrarre questa malattia 10 volte più alto delle persone di peso normale. Chi mangia grandi quantità di cibo e predilige i cibi ricchi di zuccheri semplici, come merendine, dolciumi e bevande gassate, e di grassi animali, come gli insaccati, le carni grasse, lo strutto e i latticini, ha un maggior rischio di contrarre il diabete rispetto a chi ha una dieta ricca di fibre, contenute, ad esempio, in cereali integrali, legumi e vegetali.

Leggi il nostro articolo per avere più informazioni sul ereditarietà del diabete.

PATOLOGIE DA CARENZA ALIMENTARE

Circa il 30% dell’umanità soffre di una o più forme di malnutrizione e anche se il problema va gradualmente migliorando, permangono ancora gravi situazioni di carenza alimentare, che minano seriamente la salute sin dalla vita fetale.

Esistono diversi “tipi” di malnutrizione in base all’alimento di riferimento.

Malnutrizioni vitaminiche

La vitamina A è un costituente del pigmento visivo e la sua mancanza causa cecità notturna, alterazione nella visione dei colori, prosciugamento della mucosa e della cornea dell’occhio, ma anche secchezza della cute, scarsa resistenza alle infezioni e minore protezione verso alcune forme di tumore.

La carenza di vitamina D, che controlla il metabolismo del calcio, dovuta o a insufficiente apporto alimentare o a scarsa esposizione ai raggi del sole, che ne inducono la sintesi, causa nel bambino il rachitismo, con arresto della crescita, deformità e aumentata fragilità delle ossa. Nell’adulto causa l’osteomalacia, che rende le ossa più fragili.

La carenza di vitamina E, che protegge le membrane cellulari e ha azione antiossidante, causa anemia, dovuta a fragilità dei globuli rossi, e una maggiore predisposizione a contrarre tumori.

La vitamina K è indispensabile per la coagulazione del sangue e la sua carenza causa emorragie.

La carenza di vitamina B1 causa il beri-beri, malattia un tempo molto diffusa in Asia, dovuta al consumo quasi esclusivo di cereali molto raffinati, caratterizzata da debolezza, dimagrimento, disturbi gastrointestinali e nevrosi.

La mancanza di vitamina PP (niacina) provoca la pellagra nel secolo scorso era molto diffusa nelle zone in cui l’alimentazione era basata quasi esclusivamente sul mais, che contiene la vitamina in forma non assimilabile.

La vitamina B9 o acido folico è facilmente inattivata dal calore e dall’aria, per cui la sua carenza è molto diffusa. Causa un’anemia caratterizzata da globuli rossi più grossi del normale.

La mancanza di vitamina C (acido ascorbico), dovuta a una dieta priva di frutta e verdura fresca, causava un tempo lo scorbuto, malattia caratterizzata da deperimento generale, caduta dei denti, emorragie alle gengive e alle mucose.

Malnutrizioni saline

I sali minerali sono sostanze essenziali e devono quindi essere introdotte con gli alimenti ed una dieta varia ed equilibrata ne soddisfa il fabbisogno. Le eventuali carenze possono essere dovute ad un ridotto assorbimento (come per il calcio e il ferro) o perché alcune aree geografiche ne sono prive (iodio e selenio).

Una carenza di calcio, costituente delle ossa, causa osteoporosi, malattia metabolica caratterizzata dalla riduzione della massa ossea con conseguente aumento della fragilità e predisposizione alle fratture. Oltre ad un insufficiente apporto alimentare, la carenza di calcio può essere dovuta a diete troppo ricche di proteine, che ne aumentano l’eliminazione urinaria, e a un ridotto tenore di vitamina D.

La carenza di ferro causa anemia in quanto è un componente dell’emoglobina, la proteina dei globuli rossi del sangue che trasporta l’ossigeno ai tessuti. Il ferro contenuto nella carne è facilmente assimilabile, a differenza di quello presente nei vegetali. La vitamina C ne favorisce l’assorbimento.

Lo iodio è un costituente degli ormoni secreti dalla tiroide e la sua carenza causa il gozzo, un ingrossamento della tiroide che può causare problemi di respirazione e deglutizione. In Italia la scarsa presenza di iodio nel terreno e il conseguente basso livello del minerale nei vegetali possono determinare la malnutrizione.

Disturbi psicologici del comportamento alimentare

Si tratta di patologie caratterizzate da un’alterazione delle normali abitudini alimentari: colpiscono soprattutto le adolescenti che, improvvisamente, iniziano a considerare brutto e sbagliato il proprio corpo.

Sono disturbi che si presentano sotto forma di una brusca interruzione del normale modo di alimentarsi, con l’inizio di diete rigidissime o con l’effettuazione di grandi abbuffate seguite da periodi di digiuno. In molti casi viene indotto il vomito o vengono presi lassativi in grande quantità per evitare l’assorbimento dei cibi.

Le patologie più comuni sono l’anoressia, la bulimia e il binge eating (o alimentazione compulsiva).

L’anoressia è la patologia di chi si ritiene troppo grasso e rifiuta di alimentarsi, arrivando a considerare la magrezza assoluta come il proprio traguardo nella vita. Chi ne soffre perde la percezione reale del proprio corpo e si vede sempre in sovrappeso, continuando a fare diete rigidissime e non bilanciate che minano il fisico.

La bulimia è il disturbo di chi fa grandi abbuffate e poi, per cercare di tacitare il senso di colpa per aver mangiato troppo, mette in atto i cosiddetti comportamenti compensativi, come il vomito autoindotto, per ripristinare la situazione precedente.

Il binge eating o alimentazione compulsiva è simile alla bulimia per ciò che riguarda le abbuffate ma se ne discosta perché non è seguito dall’eliminazione. Chi soffre di questa patologia è quasi sempre obeso e, poiché tenta invano di seguire diete ipocaloriche, molto spesso è anche affetto da una profonda depressione che, nel classico giro vizioso, lo spinge ad alimentarsi in modo sempre più incontrollato.

Gli effetti dei disordini alimentari sul fisico sono molto gravi: l’alimentazione gravemente scorretta può provocare danni a molti apparati dell’organismo e avere pesanti ripercussioni anche a livello psicologico.