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L’alimentazione consigliata per la prevenzione del tumore al colon

Il tumore del colon-retto

La neoplasia colon-rettale è il terzo tumore più comune in Italia e rappresenta il terzo tumore più diffuso negli uomini e il secondo tra le donne in tutto il mondo.

Colpisce soprattutto dopo i 50 anni anche se, dati recenti, indicano che l’incidenza e la mortalità per questa patologia sono in aumento anche in fasce di età più giovani. Le ragioni di questo fenomeno non sono ancora del tutto chiare, ma lo stile alimentare e la prevalenza di obesità, in crescita nei giovani e negli adolescenti, potrebbero rappresentare una spiegazione almeno parziale del fenomeno.

Dieta e tumore del colon-retto

La ricerca si sta focalizzando sulle interazioni tra i nutrienti e tra questi ed il DNA al fine di migliorare le strategie preventive e terapeutiche.

Lo sviluppo tumorale non avviene soltanto per mutazioni del DNA, ma anche in seguito ad un’alterazione epigenetica, che può causare la deviazione di una cellula in direzione pre-cancerosa.

Secondo gli studi più recenti, l’epigenetica rappresenta la chiave di collegamento principale tra l’alimentazione con la relativa disponibilità dei nutrienti e la regolazione dell’espressione genica, tra cui alcuni geni coinvolti nel cancro. Molti enzimi coinvolti in questi processi, infatti, sfruttano metaboliti che direttamente o indirettamente originano dai nutrienti oppure ne sono influenzati dalla loro concentrazione.

Cosa mangiare per prevenire il tumore del colon-retto?

  • Cereali integrali. Sono alimenti ricchi di sostanze nutritive e sono buone fonti di magnesio e fibre, quest’ultime, aumentando il volume delle feci, favoriscono il transito intestinale e possono inoltre intrappolare eventuali sostanze cancerogene ed eliminarle dal colon. In generale, è buona regola introdurre 90 grammi di cereali integrali al giorno sotto forma di farina integrale, pane integrale (non raffinato), avena intera (farina d’avena), riso integrale, quinoa, farina di mais, popcorn, grano saraceno, miglio e orzo integrale
  • Fibre. La fibra funge da spazzino per il colon: rimuove rifiuti, detriti e tossine lasciati indietro nel processo digestivo. Le donne dovrebbero ingerire almeno 25 grammi di fibre al giorno e gli uomini 30-35 grammi. La migliore fonte di fibre è il cibo. Esistono due tipi di fibre e un colon sano le richiede entrambe.
    • Fibra solubile: questa fibra attira l’acqua e crea una sostanza gelatinosa che rallenta la digestione. La fibra solubile dà il senso di sazietà e può aiutare a regolare la glicemia. Buone fonti di fibra solubile includono farina e crusca d’avena, mele, arance, fagioli, piselli secchi, noci, fragole, mirtilli, sedano e carote.
    • Fibra insolubile: questa fibra non si dissolve in acqua e passa attraverso il sistema digestivo relativamente intatta. La fibra insolubile aggiunge volume al contenuto intestinale e, oltre a ripulire l’intestino da sostanze tossiche, aiuta a prevenire la stitichezza. Buone fonti di fibre insolubili includono grano integrale, cereali integrali, crusca di frumento, noci, semi, orzo, cuscus, zucchine, broccoli, cavoli, verdure a foglia verde scura, uva, bucce di ortaggi a radice, riso integrale, pomodori e fagiolini.
  • Latticini. Il consumo di latticini, come formaggi e latte sia interi e sia a ridotto contenuto di grassi, è correlato a un minore rischio di sviluppare il cancro poiché riducono la formazione, nel colon, di escrescenze note come adenomi, e cancro. A tale proposito, anche gli integratori di calcio possono essere utili. Non si esclude un ruolo da parte della vitamina D che potrebbe anche proteggere da questo tipo di cancro, ma sono necessarie ulteriori ricerche per confermare l’efficacia.
  • Yogurt. Potrebbe ridurre il rischio di tumore anche esercitando effetti antinfiammatori sulla mucosa del colon e migliorando eventuali disfunzioni della barriera intestinale. Dato che i pazienti di sesso maschile presentano più spesso un’aumentata permeabilità intestinale, gli uomini potrebbero trarre maggiore beneficio dall’assunzione di yogurt rispetto alle donne.
  • Fagioli e altri legumi (soia, piselli e lenticchie, ad esempio). Sono alimenti ricchi di fibre, proteine ​​e vitamine B ed E. Hanno anche composti, chiamati flavonoidi, che possono impedire lo sviluppo dei tumori perché, con l’azione antiossidante, riducono la formazione di radicali liberi.
  • Frutta e verdura colorate. Questi alimenti contengono delle sostanze come i flavonoidi che possono bloccare lo sviluppo e la crescita delle cellule tumorali, oltre ad un effetto anti-infiammatorio. Le scelte migliori includono broccoli, cavoli e frutta ricca di vitamina C come le arance e gli agrumi.

Cosa evitare per prevenire il tumore del colon-retto?

  • Carni Rosse. Nel 2015 l’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la carne rossa probabilmente cancerogena e quella trasformata sicuramente cancerogena. Sul perché questi alimenti possano favorire lo sviluppo della malattia ci sono delle ipotesi legate a composti presenti nella carne stessa o che si formano con la cottura ad alte temperature. Alla luce dei dati disponibili, non si dovrebbero superare i 500 grammi di carne rossa a settimana.
  • Carni elaborate/industriali. Sono carni trattate perché affumicate, stagionate o salate o conservate con aggiunta di sostanze chimiche: hot dog, salsicce, insaccati, pancetta, prosciutto. Questi alimenti possono favorire lo sviluppo non solo del cancro al colon, ma anche allo stomaco, oltre ad altre patologie cardiovascolari (ipertensione).
  • Cottura della carne. Cotture a temperature elevate, come accade per grigliate e barbecue, generano la produzione di composti chimici che aumentano il rischio oncologico come le amine eterocicliche e gli idrocarburi policiclici aromatici. Meglio quindi optare per metodi di cottura più sani, come per esempio al vapore o al forno. E, in ogni caso, abbinare un contorno a base di verdure alla carne. In questo modo le fibre contribuiranno a limitare l’assorbimento di sostanze nocive nel tratto digerente.
  • Alcol. Un drink di superalcolico ogni tanto non sembra aumentare le probabilità di cancro al colon. Il passaggio però dal bere in modo moderato a pesante (due o tre bicchieri al giorno) può aumentare del 20% le probabilità di svilupparlo, tanto che il bere pesantemente fa salire del 40% il rischio. Si sa da tempo, ormai, che l’etanolo e il suo metabolita acetaldeide hanno un ruolo di primo piano nella comparsa di nuovi casi di tumore, relativamente agli organi che appartengono all’apparato digerente. Occorre ricordare anche che l’alcol è una fonte di calorie «vuote», senza alcun valore nutrizionale. Un grammo di alcol apporta 7 kcal, contro le 9 di un grammo di grassi e le circa 4 di un grammo di carboidrati o di proteine. Facile dunque capire perché chi eccede tenda a ingrassare con maggiore facilità.

Non solo la dieta…

L’incidenza del tumore al colon potrebbe essere dimezzata attraverso l’alimentazione, l’attività motoria e la gestione del peso.

L’obesità costituisce di per sé un importante fattore di rischio. È stato osservato che un alto rapporto tra la circonferenza vita ed i fianchi è associato significativamente al rischio tumorale. Si ipotizza che alla base di tutto ciò vi siano alterazioni del funzionamento dell’insulina, dell’infiammazione ed una scarsa regolazione del sistema immunitario. L’insulina e IGF-1 agiscono nella replicazione cellulare e possono promuovere la crescita della massa neoplastica. Non a caso i loro livelli sono direttamente correlati al rischio oncologico.

Gli alti livelli di glicemia riscontrabili nella sindrome metabolica, nella resistenza insulinica pre-diabetica e nel diabete di tipo II conclamato rappresentano una condizione permissiva per il tumore che può agevolare la cancerogenesi dal punto di vista metabolico.