Il processo del secolo: O.J. Simpson vs. USA.

Il denaro e soprattutto un dream team di avvocati battono nettamente qualsiasi prova del DNA. Per la prima volta un assassino viene scagionato e ritenuto innocente nonostante le numerose prove a suo carico.

La Cronistoria degli Eventi

Il 12/06/1994 a Los Angeles, vengono ritrovati i corpi senza vita di Nicole Brown Simpson e Ronald Lyle Goldman all’interno della villa di lei. I due furono uccisi da una lunga serie di coltellate.

Il sopralluogo della polizia scientifica sulla scena del crimine porta gli investigatori a sospettare dell’ex-marito di Nicole, Orenthal Jones Simpson.

Il luogo del delitto era pieno di DNA riconducibile al famoso giocatore di football ma purtroppo, il personale intervenuto per il sopralluogo commise alcuni grossolani errori nella raccolta dei campioni biologici.

O.J. venuto a conoscenza dell’accusa di duplice omicidio la mattina del 17 giugno inizia una fuga dalla polizia degna dei migliori film d’azione americani, con tanto di inseguimento in autostrada. La fuga viene ripresa dalla tv nazionale e durante la diretta, Simpson chiama il programma per dichiarare la propria innocenza.

Il Dio Denaro

La vera fortuna di O.J. Simpson è rappresentata dal suo conto in banca, che all’epoca gli permette di ingaggiare i migliori avvocati in circolazione, tra cui Robert Kardashian, padre delle note sorelle Kardashian, e Robert Shapiro, a capo di uno dei più importanti studi legali del paese.

La teoria della difesa è pienamente incentrata sull’introdurre un ragionevole dubbio ai membri della giuria attraverso la teoria del complotto, il razzismo della polizia californiana e soprattutto screditare la prova del DNA attraverso la dimostrazione che i campioni sono stati contaminati prima di essere stati analizzati in laboratorio.

Il 03/10/1995, in un processo definito dai media americani “lungo ed estenuante”, (ndr. in Italia i processi per l’omicidio di Meredith e quello di Chiara Poggi sono durati almeno 8 anni), O.J. Simpson viene dichiarato innocente dai membri della giuria e prosciolto da ogni accusa.

Le Regole del Delitto (im)perfetto

Il fattore determinante che salvò dal carcere O.J. Simpson fu il pessimo lavoro delle forze dell’ordine svolto sulla scena del crimine che, effettivamente si dimenticarono di sigillare alcuni campioni biologici raccolti, non rispettando inoltre la catena di custodia degli stessi.

Oltre a questo sbaglio dovuto ad imperizia altro grave errore fu il non riuscire a spiegare i risultati ottenuti in laboratorio ai membri della giuria, che ricordiamolo, sono comuni cittadini che probabilmente non avevano avuto a che fare prima di allora con questi tecnicismi riguardanti la genetica forense.

Nonostante quanto emerso dalla fine del processo è importante focalizzare alcuni aspetti fondamentali della vicenda che condannano senza alcun dubbio O.J. Simpson come l’autore dell’omicidio:

  • le tracce di DNA di O.J. ritrovate sulla scena del crimine erano così numerose e presenti in più zone che è assurdo pensare che la polizia fosse riuscita a fare un lavoro così minuzioso per incastrarlo;
  • i tre diversi laboratori dove furono effettuate le analisi del DNA erano correttamente accreditati con gli organi di competenza per quello che riguarda gli standard qualitativi e di sicurezza dei risultati;
  • per chi conosce un po di biologia, sa che la PCR è una tecnica così sensibile che se effettivamente i campioni fossero contaminati tale tecnica non sarebbe eseguibile;
  • dei 61 reperti portati nei laboratori furono estratti 108 campioni che furono analizzati con 24 controlli negativi e 21 controlli positivi, il risultato fu che nessun campione era contaminato.

La difesa invece si focalizzò su alcuni reperti che, effettivamente non furono sigillati prima di essere portati in laboratorio, ma c’è da dire che all’epoca non esistevano i protocolli di lavoro che abbiamo ora, e non vi era allo stesso tempo una formazione adeguata per questi operatori, che loro malgrado operavano sul campo come meglio sapevano/potevano.

Oggi il personale che interviene sul luogo del delitto è rigorosamente formato per “congelare” la scena del crimine da contaminazioni esterne e, soprattutto “sa cosa fare” e come muoversi per non compromettere le indagini.

Il dream team di avvocati in interviste successive al processo dichiarò che: “Noi della difesa non abbiamo vinto, è stata l’accusa che ha perso miseramente”.

Le maggiori colpe dell’accusa nel non essere riuscita a dimostrare la colpevolezza di O.J. risiedono soprattutto nei periti forensi chiamati a testimoniare, i quali utilizzarono termini troppo tecnici e specifici tali da non farsi ben comprendere dai membri della giuria, i quali sono comuni cittadini con un livello di istruzione e bagaglio culturale molto eterogeneo.

Dopo tale processo si prestò molta più attenzione al formare esperti che sappiano come intervenire sulla scena del crimine e che sappiano “stare in tribunale”, riuscendo a spiegare concetti complessi o comunque ignoti ai più con termini semplici e comprensibili.

And justice for all (?)

Per dovere di cronaca, O.J.Simpson attualmente è in carcere condannato a 33 anni di reclusione in seguito ad una rapina con sequestro di persona. In questo caso O.J. non poté assoldare nuovamente un dream team di avvocati perché in gravi problemi finanziari, dovuti probabilmente al suo continuo abuso di droghe ed alcol.