“Ogni contatto lascia una traccia”
[Edmond Locard]
Cosa sono le tracce biologiche?
Sono dei residui di materiale biologico di un individuo e possono essere di natura fluida (sangue, sudore, saliva, sperma, liquido vaginale, urina) o solida (unghie, pelle, denti, ossa, capelli, feci ecc.).
Attraverso questi residui di materiale biologico è possibile risalire all’identità di una persona con l’esame del DNA.
È infatti possibile identificare, con un alto grado di probabilità, qualsiasi individuo semplicemente analizzando il DNA che si estrae da reperti biologici, quali una microscopica traccia di sangue, una formazione pilifera oppure della saliva presente sul dorso di un francobollo, sul filtro di una sigaretta o su di un chewing-gum.
Tracce biologiche e test del DNA
Su internet è possibile trovare molti servizi con nomi fantasiosi come “test dell’infedeltà di coppia” che sarebbero in grado di analizzare il capello biondo ritrovato sul letto e che per ovvi motivi non appartiene a voi (magari siete calvi) o vostra moglie. Questi servizi sembra che riescano ad analizzare qualsiasi tipo di traccia biologica trovata, anche a distanza di anni, ma la realtà è ben diversa. Tale tipo di analisi ha una percentuale di riuscita che statisticamente si aggira intorno al 70%.
Questo perché il campione ritrovato per essere utilizzato correttamente in laboratorio deve rispettare alcune norme:
- non deve essere contaminato con DNA di altre persone;
- deve essere conservato garantendone la sterilità;
- contenere DNA a sufficienza per le analisi;
- il DNA non deve essere degradato dal tempo o fattori esterni (es.prodotti chimici, muffe, funghi ecc.).
Capite bene che quindi è altamente difficile ottenere un referto valido e molto spesso tali servizi online pur di inviare un referto al cliente eseguono un lavoro grossolano che porta ad un risultato incompleto o peggio ancora sbagliato. Gli unici campioni biologici che danno un risultato sicuro al 100% sono quelli raccolti con strumentazione apposita rispettando le istruzioni di prelievo (es. non mangiare o fumare nelle due ore prima del prelievo)
La traccia biologica sulla scena del crimine
In questo ambito la traccia è un’alterazione dello stato originario dei luoghi e/o di un oggetto/elemento d’interesse forense che sia direttamente o indirettamente riconducibile all’evento delittuoso.
La catena di custodia è determinante per l’attendibilità delle analisi del profilo di cui si cerca l’attribuzione. Se la traccia biologica non è raccolta secondo le linee guida e normative vigenti NON potrà essere utilizzabile in tribunale. Se una volta repertata NON sarà ben impacchettata si verificherà una contaminazione magari irreversibile (ad esempio perché sono state usate buste di plastica e non di carta con conseguente danno dovuto alla formazione di condensa all’interno della stessa). Se la traccia NON sarà conservata con tutte le dovute cautele, NON sarà più analizzabile. Se la documentazione della catena di custodia della traccia NON sarà perfetta, l’esito delle analisi potrà sempre essere contestato (e, comunque, non potrà dirsi effettivamente attendibile).
Un esempio eclatante è rappresentato dal processo per omicidio di O.J. Simpson, in cui la scientifica dell’epoca (primi anni novanta) commise degli errori “burocratici” tali che permisero ad O.J. di salvarsi dalla pena capitale, pur essendo stato lui ad uccidere moglie ed amante.