“Se sei depresso, stai vivendo nel passato,
Se sei ansioso, stai vivendo nel futuro,
Se sei in pace, stai vivendo nel presente.”[Lao Tzu]
Che cos’è l’ansia?
L’ansia è la risposta naturale del corpo allo stress. È un sentimento di paura o apprensione per ciò che verrà. Questo si spiega grazie al ruolo adattivo che svolge, in quanto una parte di essa ha permesso la sopravvivenza della specie.
Si tratta di un’emozione normale messa a punto dall’organismo come meccanismo di allarme per evitare dei pericoli che direttamente o indirettamente minacciano la sopravvivenza.
Qualunque evento o situazione, anche in prospettiva, che sia avvertita come minaccia, dalla perdita del lavoro, all’esito di un esame, può scatenare un malessere ansioso. Quando questa sensazione si presenta con una certa regolarità e con livelli sproporzionati rispetto allo stimolo, si può sviluppare un problema in grado di compromettere la qualità della vita a livello psichico e fisico.
Sintomi dell’ansia
L’ansia può presentarsi all’improvviso, come nel panico, oppure gradualmente, nel corso di diversi minuti, ore o giorni. Il disagio è dovuto al fatto che ci si sente fuori controllo, come se ci fosse una disconnessione tra mente e corpo.
L’ansia è percepita in modo diverso, a seconda della persona che la vive, ma ci sono dei sintomi ricorrenti:
- Generali: senso di paura e di pericolo imminente, paura di morire o di perdere il controllo, tensione generale, incapacità di rilassarsi, apprensione, ipervigilanza e inquietudine.
- Gravi: sensazione di perdita della propria personalità e del senso della realtà, irritabilità e impazienza, tendenza al catastrofismo, preoccupazioni eccessive per questioni secondarie, difficoltà a concentrarsi e scarsa attenzione, disturbi della memoria e del sonno.
L’ansia si eredita geneticamente?
Studi pionieristici sembrano mostrare che l’ansia si trasmette ereditariamente, ma la risposta più corretta è che l’ansia è causata sia da fattori genetici che fattori ambientali (stile di vita, stress, alimentazione).
La componente genetica dell’ansia
Per quanto riguarda i fattori genetici ci sono due importanti studi che sostengono questa ipotesi, lo studio sulle scimmie e lo studio sui gemelli.
Lo studio sulle scimmie è stato svolto dall’Università del Wisconsin su 600 esemplari di scimmie Rhesus ed è servito a stabilire che sia i genitori ansiosi che i loro figli condividevano connessioni nel loro cervello che generano una risposta di paura e innescano la preoccupazione. Usando un approccio di correlazione genetica, gli autori hanno trovato il circuito neurale in cui il metabolismo e un temperamento ansioso nelle prime fasi di vita rischiano di condividere la stessa base genetica.
Esso coinvolge tre regioni del cervello legate alla sopravvivenza:
- il tronco cerebrale, la parte più primitiva del cervello;
- l’amigdala, il centro della paura nel cervello;
- la corteccia prefrontale, che è responsabile del livello più alto di ragionamento ed è completamente sviluppata solo negli esseri umani e nelle scimmie.
Nello studio sui gemelli i ricercatori hanno misurato i livelli di ansia in oltre 1.400 coppie di gemelli (dotati dunque dello stesso patrimonio genetico) che avevano un’età compresa fra i 19 e i 21 anni.
Le loro reazioni emotive sono state classificate in sei diverse tipologie: ansia generalizzata, ansia da matematica, ansia per i compiti di navigazione spaziale (come la lettura di una mappa) e ansia da rotazione/visualizzazione (abilità richieste ad esempio per immaginare la struttura finita di un mobile da assemblare).
Incrociando le informazioni comportamentali con quelle relative al corredo genetico, i ricercatori hanno scoperto che tutte le forme di ansia derivano per un buon 30-40% da fattori ereditabili legati al DNA.
La componente ambientale dell’ansia
Per “ambientale” si intende tutto ciò che avviene al di fuori del nostro DNA. Un disturbo d’ansia può essere scatenato da stress ambientali, come la rottura di un rapporto importante o l’esposizione a un disastro in cui la vita è messa a rischio.
L’essere vittima di un trauma (un abuso sessuale o aver vissuto scenari di guerra), essere vicino a qualcuno che è vittima di un’esperienza traumatica o assistere a qualcosa di traumatico, sono tutte condizioni che possono favorire l’ansia.
Le donne hanno il doppio delle probabilità rispetto agli uomini di avere un disturbo d’ansia generalizzato e altre condizioni correlate.
Ci sono malattie che possono indurre ansia come le cardiopatie, l’insufficienza cardiaca e le aritmie cardiache; patologie ormonali come una ghiandola surrenale iperattiva, ipertiroidismo oppure un tumore che secerne ormoni, detto feocromocitoma; patologie respiratorie come l’asma e la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO).
Secondo alcuni studi sul cervello, l’ansia sarebbe causata da alterazioni della quantità prodotta di alcuni neurotrasmettitori, come per esempio un’eccessiva produzione di noradrenalina (l’ormone dello stress) e una ridotta produzione di serotonina (che regola il benessere) e di GABA (che è un neurotrasmettitore inibitorio).
Possono causare ansia anche farmaci e sostanze stupefacenti come corticosteroidi, cocaina, amfetamine e perfino la caffeina. L’astinenza da alcol o sedativi, come le benzodiazepine, può indurre ansia e altri sintomi, come l’insonnia e l’irrequietezza.