Chi può richiedere il test del DNA?

Chi può richiedere il test del DNA?

Cos’è un riconoscimento di paternità?

Il figlio, che non sia stato riconosciuto da uno o da entrambi i genitori, può agire in giudizio affinché il tribunale, con una sentenza, accerti chi sia il genitore e, di conseguenza, dichiari lo “status” di figlio.

L’azione volta ad ottenere tale risultato si chiama “azione di dichiarazione giudiziale di paternità o maternità naturale”.

Tale azione consente al figlio non riconosciuto di ottenere lo status di figlio e, quindi, di godere dei medesimi diritti del figlio “legittimo”, con conseguenze sia per il genitore, che assumerà tutti i doveri e diritti che un genitore ha nei confronti del figlio legittimo, sia per il figlio che, ad esempio, avrà tutti i diritti ereditari e di mantenimento.

Chi può richiedere il test del DNA?

Il test può essere richiesto dal presunto genitore, da tutti e due o anche dal figlio maggiorenne.

A poter richiedere il riconoscimento di paternità può essere:

  • figlio maggiorenne;
  • figlio minorenne, (attraverso il genitore che ne ha la responsabilità o dal tutore).

Nel caso in cui il minore non sia stato riconosciuto da entrambi i genitori, l’azione può essere promossa dal tutore, su autorizzazione del tribunale. L’azione giudiziale di dichiarazione di paternità (o maternità) può essere iniziata anche dai discendenti del figlio naturale non riconosciuto che sia deceduto. Se il figlio minorenne ha sedici anni, deve essere sentito dal tribunale prima che l’azione sia promossa o proseguita.

La dichiarazione giudiziale di paternità (o maternità) può essere chiesta nei confronti del presunto genitore oppure, in sua mancanza, nei confronti dei suoi eredi. La richiesta del test può essere fatta, in anonimato o in via ufficiale, ma solo in tale secondo caso il test potrà essere prodotto in tribunale.

Il test del DNA informativo e legale

I test del DNA di paternità esistono in due varianti, a seconda che il risultato serva per il tribunale (o ambasciata per immigrazione) oppure per un’informazione privata.

A livello di analisi i due test sono identici in laboratorio, le differenze sono sostanzialmente nella burocrazia e nell’esecuzione dello stesso.

Per fare il test di paternità informativo infatti verrà spedito a casa del richiedente un kit di prelievo della saliva composto da due tamponi sterili da passare in bocca, del presunto padre e del figlio, dopodiché un corriere passerà a ritirarlo e portarlo in laboratorio per le analisi. Il referto verrà inviato per mail anche in 48h ed i costi sono molto contenuti (199€).

Nel test di paternità legale invece verrà un infermiere a domicilio ad eseguire il prelievo di saliva e riconoscimento dei soggetti in analisi tramite documento d’identità con firma dei moduli di consenso, infine il tutto verrà portato in struttura per le analisi ed il referto inviato per mail.

Quando può essere richiesto il riconoscimento di paternità?

Per il figlio l’azione è imprescrittibile. Ciò significa che può essere iniziata in qualunque momento nel corso della vita del figlio che chiede sia dichiarata la paternità o maternità.

Come muoversi a livello legale?

Se manca la collaborazione dell’altra parte, volendo promuovere un’azione giudiziaria finalizzata ad ottenere una sentenza che dichiari la paternità o maternità naturale, occorrerà rivolgersi tramite un legale al tribunale ordinario del luogo di residenza del presunto genitore e promuovere una specifica azione nei confronti di quest’ultimo o (in caso di morte) dei suoi eredi

Se il figlio ha compiuto i quattordici anni, occorre il consenso di quest’ultimo per iniziare o proseguire il procedimento. Se il presunto figlio muore, l’azione può essere avanzata dai discendenti legittimi, legittimati o naturali riconosciuti, entro due anni dalla morte. Per il figlio, invece, l’azione non ha termini di prescrizione.

Obbligo del test del DNA di paternità

È bene precisare, innanzitutto, che se un padre rifiuta il riconoscimento del proprio figlio, la madre o lo stesso ragazzo possono rivolgersi al tribunale e chiedere una sentenza di accertamento, in quanto il riconoscimento è un atto dovuto. Se un genitore si rifiuta di ammettere che quel figlio è suo, il ragazzo può addirittura chiedere un risarcimento del danno anche dopo molti anni, quando ormai sarà diventato maggiorenne.

Se il presunto padre è già morto, la procedura può essere avviata anche nei confronti degli eredi entro due anni dal decesso di chi si ritiene sia il genitore per avere diritto ad una fetta del patrimonio del caro estinto, nel caso venisse dimostrato che era il padre naturale.