Cos’è la Sclerosi Multipla
La sclerosi multipla è una malattia caratterizzata da un comportamento anomalo del sistema immunitario che attacca i tessuti e le cellule del proprio sistema nervoso centrale. Il danno alle connessioni nervose può interrompere o alterare la trasmissione delle informazioni tra il cervello e il corpo producendo la comparsa di sintomi vari in base alla parte del sistema nervoso che ha subito lesioni. Colpisce oltre 2 milioni e mezzo di persone nel mondo e chiunque può svilupparla, anche se le donne risultano maggiormente colpite, con un rapporto di 3 a 1 rispetto agli uomini.
La diagnosi avviene prevalentemente tra i 20 e i 40 anni, ma può presentarsi anche nei bambini e negli anziani. Pur non essendo una malattia ereditaria, fattori genetici o ambientali possono rendere alcune persone più predisposte di altre, ma sulle possibili cause che provocano l’insorgere della sclerosi multipla si sta ancora indagando. Spesso viene associata a condizioni di gravità fisiche, ad esempio motorie, con forti limitazioni della propria autonomia, anche se in realtà la maggior parte delle persone non sviluppa una disabilità grave tale da compromettere una buona qualità di vita.
Genetica della sclerosi multipla
I geni che presentano alleli mutati nei pazienti con sclerosi multipla sono più di 10 e si trovano nei cromosomi 5, 6, 7. Il principale gene noto di suscettibilità alla sclerosi multipla è HLA-DR15 (HLA, Human Leukocyte Antigen), localizzato nel Complesso Maggiore di Istocompatibilità umano sul cromosoma 6. La regione HLA include numerosissimi geni, la maggior parte dei quali deputati al controllo della risposta immunitaria. Alcuni studi recenti suggeriscono che altri geni nella regione HLA, oltre a DR15, possano modulare la suscettibilità genetica alla sclerosi multipla.
I geni del sistema HLA producono le molecole che si trovano sulla superficie delle cellule del sistema immunitario. Si tratta di un gruppo di geni che hanno la funzione di intervenire nelle reazioni di difesa durante le infezioni. Essi differiscono tra di loro per alcune variazioni genetiche che decidono come i diversi geni intervengono nella risposta immunitaria verso ciò che è estraneo all’organismo (virus, batteri) o, nel caso delle malattie autoimmuni come la sclerosi multipla, verso l’organismo stesso.
Fattori che provocano la sclerosi multipla
Le infezioni causate dal virus Epstein-Barr (EBV), obesità, raggi UV, fumo e vitamina D unitamente ad alterazioni genetiche possono svolgere un ruolo importante nello sviluppo della sclerosi multipla.
Uno studio ha dimostrato che le infezioni causate da EBV raddoppiano il rischio di sviluppare la sclerosi multipla. Inoltre, esperimenti in vitro su linfociti B immortalizzati con EBV (in cui il virus viene inoculato nelle cellule) hanno dimostrato che quest’ultimo può giocare un ruolo di rilievo nella malattia.
Tra le cause ambientali è noto che nelle zone lontane dall’equatore, dove la presenza dei raggi solari è ridotta e quindi la produzione della vitamina D è minore, la malattia ha un’incidenza più elevata.
La sclerosi multipla non è una malattia ereditaria, cioè trasmessa dai genitori ai figli, ma esiste una predisposizione genetica per la quale un familiare (fratello, sorella, figlio) di una persona con la malattia ha un rischio più elevato di sviluppare la sclerosi multipla (3-5%). Negli studi di genetica di popolazione, si è visto che la razza bianca è più colpita e le popolazioni del nord-Europa manifestano la malattia con frequenza molto più alta rispetto a orientali e africani.
L’importanza della ricerca nella sclerosi multipla
Studi recenti hanno identificato altri geni implicati nella patologia: IL7R, IL2RA, TNFR1, BAFF e CYP2R1.
Il gene IL7R produce una proteina che si trova sulla membrana dei linfociti T, cioè le cellule coinvolte nelle infezioni provocate da microrganismi. Anche il gene IL2RA regola la produzione di un recettore presente sulla superficie di linfociti attivi nella risposta immunitaria. TNFR1 è un regolatore dei processi infiammatori nella cellula mentre il gene BAFF attiva i linfociti B. Infine, il gene CYP2R1 è coinvolto nell’attivazione della vitamina D.
Possibili terapie genetiche
Attualmente sono disponibili differenti terapie che modificano l’andamento della malattia, anche se non esiste una cura definitiva. Evidenze scientifiche dimostrano che seguire una di queste terapie è il miglior modo per ridurre l’attività di malattia e che è importante iniziare i trattamenti appena la sclerosi multipla si manifesta. I trattamenti aiutano a diminuire la frequenza e la gravità degli attacchi, rallentando la progressione della patologia. Esistono anche trattamenti farmacologici e strategie riabilitative per gestire i sintomi della malattia.
Un possibile approccio terapeutico che prevede il trapianto autologo (cellule del paziente stesso non di donatori) di cellule staminali nei pazienti con sclerosi multipla, è oggetto di numerosi studi. Le cellule staminali hanno il potenziale di sostituire i neuroni degenerati e favorire la ricostituzione delle fibre nervose danneggiate a causa della malattia. I ricercatori hanno evidenziato che esistono tre tipi di cellule staminali che possono essere utilizzate: cellule neurali (derivanti dal sistema nervoso centrale), cellule mesenchimali (di origine midollare destinate alla formazione di muscoli, ossa, tessuto connettivo) e cellule ematopoietiche (precursori delle cellule del sangue).
Sono in corso studi sull’utilizzo di queste cellule poiché devono essere attentamente valutati vari aspetti tra cui la risposta immunitaria al trapianto delle cellule staminali, l’integrazione delle cellule staminali nell’organismo e il rischio di provocare l’insorgenza di tumori.