Tiroidite di Hashimoto

Sintomi e cause della tiroidite di Hashimoto

Cos’è la tiroidite di Hashimoto

La tiroidite di Hashimoto è una delle patologie che colpiscono la tiroide e fa parte della famiglia delle tiroiditi croniche autoimmuni. Si tratta quindi di una malattia autoimmune, in cui il sistema immunitario reagisce in modo anomalo attaccando e distruggendo i tessuti sani del nostro organismo, in questo caso la ghiandola tiroidea, riconoscendoli come estranei per errore.

Qual è la differenza rispetto alle altre forme di tiroidite?

Si tratta di una variante più rara di tiroidite ed è associata, in particolare, a un aumento di volume del collo, del cosiddetto gozzo, mentre nelle altre forme di tiroidite questo non accade. La malattia è però la stessa e ha le stesse cause, gli stessi sintomi e le medesime terapie.

Cause della tiroidite di Hashimoto

Le cause precise della Tiroidite di Hashimoto sono ad oggi sconosciute, tuttavia è nota la sua componente autoimmunitaria. La malattia è infatti caratterizzata dalla formazione di anticorpi diretti contro le cellule della tiroide, di conseguenza la tiroide non riesce a produrre abbastanza ormoni tiroidei e viene rallentato il funzionamento dell’intero organismo.

Si tratta di una malattia a impronta familiare e non ereditaria: significa che si trasmette una predisposizione genetica alla malattia, se poi questa si svilupperà dipende anche da altri fattori. Indipendentemente dalla componente autoimmunitaria, la causa della malattia sembra essere di tipo multifattoriale:

  • Associazione con altre patologie cromosomiche: si è osservato, che la malattia si sviluppa più frequentemente in chi è affetto da Sindrome di Down, Sindrome di Turner e Sindrome di Klinefelter
  • Età: la malattia si presenta più di frequente nei soggetti adulti tra i 40 e i 65 anni
  • Sesso: la malattia è più frequente nel sesso femminile, probabilmente per un ruolo importante degli ormoni.
  • Esposizione a radiazioni: l’esposizione continua alle radiazioni può favorire la comparsa della tiroidite di Hashimoto
  • Iodio: la reazione autoimmune tipica della tiroidite di Hashimoto sembra essere potenziata, senza alcuna spiegazione, dallo iodio, è bene quindi evitarne il consumo.

Infine la tiroidite di Hashimoto è molto ricorrente in pazienti che hanno altre patologie autoimmuni come:

Sintomi della malattia

I sintomi più diffusi della tiroidite autoimmune dipendono soprattutto dalla gravità dell’ipotiroidismo sviluppato dal paziente; in alcuni casi di forme molto leggere, è addirittura asintomatica. Spesso poi si tratta di sintomi e malesseri molto vaghi e sfumati, il primo tra tutti è una stanchezza sproporzionata rispetto alle attività quotidiane.

Molti pazienti non manifestano alcun sintomo nelle fasi iniziali, ma con la progressione della malattia la tiroide in genere va incontro a un ingrossamento, tanto da causare un visibile rigonfiamento del collo. La tiroide ingrossata, chiamata gozzo, può dare una sensazione di pienezza nella gola, anche se in genere non è dolorosa. Dopo molti anni o addirittura decenni, il danno può portare a una riduzione di volume della tiroide e alla scomparsa del gozzo.

Con l’evoluzione allo stadio clinico, l’ipotiroidismo diventa invece manifesto e causa di uno o più dei seguenti sintomi:

  • stanchezza,
  • aumento di peso,
  • intolleranza al freddo,
  • dolore articolare e muscolare,
  • stipsi,
  • assottigliamento dei capelli,
  • cicli mestruali abbondanti (metrorragia), irregolari e/o difficoltà a restare incinta,
  • depressione,
  • problemi di memoria,
  • rallentamento della frequenza cardiaca.

Si può curare la tiroidite di Hashimoto?

A oggi ancora non esiste una cura definitiva per le tiroiditi autoimmuni come quella di Hashimoto: quello che possiamo fare al momento è curare la tiroide somministrando l’ormone tiroideo (la L-tiroxina), in questo modo la qualità della vita torna perfetta e non ha controindicazioni.

Essendo la malattia “cronica” la terapia nella maggioranza dei casi sarà cronica. In ogni caso, se le dosi saranno adeguate, la terapia non determinerà alcun effetto collaterale, essendo la L-tiroxina in pillole del tutto analoga all’ormone naturale.

Il monitoraggio terapeutico verrà di solito effettuato a cadenza annuale in assenza di circostanze che potrebbero diversificare il fabbisogno ormonale nel breve termine (come per es. la gestazione, le rapide variazione nel peso corporeo o problemi gastrointestinali che potrebbero compromettere l’assorbimento del farmaco).