Le amfetamine sono potenti stimolanti del sistema nervoso centrale, molto simili alla cocaina, da cui si differenziano praticamente solo per gli effetti molto più prolungati e dannosi, infatti sono causa di ipertensione e tachicardia, eliminano l’appetito e la fatica e provocano insonnia. Gli effetti dopo l’assunzione orale si hanno a distanza di 30 minuti e durano molte ore.
In un secondo momento, i consumatori possono avvertire irritabilità, irrequietezza, ansia, depressione e letargia. L’amfetamina aumenta l’attività del sistema neurotrasmettitore della noradrenalina e della dopamina. L’intossicazione grave provoca seri disturbi cardiocircolatori e problemi comportamentali, tra i quali agitazione, confusione, paranoia, impulsività e violenza.
Un uso cronico dell’amfetamina produce cambiamenti a livello neurochimico e neuroanatomico. La dipendenza comporta deficit nella memoria e difficoltà nel prendere decisioni e nel ragionamento verbale. Alcuni dei sintomi assomigliano a quelli della schizofrenia paranoide. Detti effetti possono andare oltre la durata del consumo, sebbene spesso possano regredire.
L’assunzione di amfetamina per via iniettiva comporta gli stessi rischi di infezione virale (es. HIV) riscontrabili in altre droghe iniettabili, come l’eroina.