disintossicarsi dalla coca

Come disintossicarsi dalla dipendenza da cocaina

Dipendenza da cocaina: un problema sempre più diffuso

Quando una persona cara diventa un tossicodipendente in primis non c’è da sorprendersi: una volta la cocaina era considerata la “droga dei ricchi”, oggi invece è generalmente accessibile a tutti, tant’è che in Italia è la seconda delle sostanze stupefacenti più utilizzate. Si stima che in Europa siano circa 18 milioni le persone che hanno provato almeno una volta la cocaina, 4,3 milioni invece i consumatori attivi nell’ultimo anno. Al quarto posto tra i paesi che la consumano di più c’è l’Italia, dove si calcola che il 6,9% della popolazione abbia fatto uso di cocaina (oltre 4 milioni di persone).

Con il consumo, crescono anche i pazienti affidati a ospedali e strutture specializzate per essere sottoposti a trattamenti per disintossicarsi dalla cocaina (attualmente oltre 70 mila in tutta Europa), a testimonianza dell’aumento dei casi di dipendenza da cocaina.

Come si sviluppa una dipendenza da cocaina?

La statistica afferma che spesso il primo contatto avviene in contesti ricreativi come feste, discoteche, serate con gruppi di amici. All’inizio ci si avvicina con un timore tale da mantenere la frequenza saltuaria utilizzandola solo nel weekend, o in occasioni speciali.

La maggior parte dei consumatori di cocaina, soprattutto all’inizio della dipendenza, la assume tramite inalazione. Con il passare del tempo però può cambiare la modalità di assunzione; la cocaina può infatti essere fumata (crack) oppure assunta per via endovenosa con effetti psicotropi aumentati.

Cresciuta la familiarità con la sostanza, le difese si abbassano e l’assunzione di cocaina diventa sempre più regolare. Questa crescente sensazione di familiarità alimenta la convinzione di non fare niente di così pericoloso e di poter controllare l’abuso.

Quando ci si accorge che è diventata un chiodo fisso è tardi perché la dipendenza è già presente.

Il peggior sintomo della dipendenza da cocaina: il craving

Il cocainomane in astinenza si riconosce dal craving: con questo termine indichiamo il bisogno della sostanza, che si placa soltanto quando la cocaina viene assunta. Si precipita in una vera e propria ossessione, una brama intensa, un pensiero fisso che non si allontana mai dalla mente.

Questo causa problemi in tutte le sfere dell’esistenza, da quella professionale a quella privata. Si hanno difficoltà di concentrazione, si trascurano gli affetti, a volte ci si dimentica persino di mangiare o di provvedere all’igiene personale.

Altri sintomi molto evidenti in un tossicodipendente da cocaina sono anche e soprattutto la depressione e la disforia, quest’ultima prevede un costante malessere psicologico, stati d’animo negativi, ansia e angoscia (la disforia non è altro che l’opposto dell’euforia che si prova invece quando la cocaina viene assunta).

Il profilo del consumatore di cocaina

Chi arriva alla dipendenza da cocaina spesso inizia ad assumere questa sostanza sporadicamente, con la convinzione di riuscire a controllare perfettamente il suo impiego. È difficile stilare un identikit del cocainomane, in quanto la dipendenza da cocaina è un problema che può affliggere chiunque, dall’adolescente all’anziano, dall’operaio al manager aziendale. Il profilo è eterogeneo: adolescenti, adulti, uomini, donne, persone con reddito elevato e medio basso, professionisti, freelance, medici, operai e manager.

Anche le modalità di avvicinamento alla cocaina sono varie, tra cui:

  • ragazzi che hanno iniziato ad utilizzarla durante le uscite con gli amici e poi non sono più riusciti a farne a meno;
  • professionisti che la provano per migliorare le performance lavorative o ridurre la percezione della fatica;
  • persone in difficoltà, che la vedono come un rifugio dallo stress familiare o lavorativo;
  • soggetti affetti da disturbi dell’umore, depressione o altri problemi psichiatrici.

Qualunque sia la situazione di partenza, la base per aiutare un cocainomane a smettere è il dialogo. Ignorare il problema non è una soluzione, in quanto chi assume cocaina continuativamente deve essere indirizzato ad una terapia medica adeguata al suo problema.

È qui che la consapevolezza è fondamentale: il primo passo è rendersi conto di soffrire di una dipendenza, ammettere le proprie difficoltà e intraprendere un percorso per disintossicarsi dalla cocaina.

Come aiutare un cocainomane a disintossicarsi?

Il dialogo è il fondamento per l’ammissione del problema: è difficile che un cocainomane ammetta di sua spontanea volontà di essere un tossicodipendente, in quanto, nella maggioranza dei casi, lo nega anche a se stesso. Chi è vicino a questa persona dovrebbe dunque esporre i propri sospetti e le proprie preoccupazioni. Probabilmente la sua prima reazione sarà quella di ergere un muro e di non ammettere la dipendenza, ma è fondamentale non arrendersi e parlargli dei danni della cocaina a livello fisico (soprattutto cerebrale) e sociale.

È importante convincerlo a cercare l’ausilio di un esperto, o di un gruppo di esperti. La dipendenza non può essere affrontata autonomamente, per smettere con la cocaina è indispensabile chiedere il sostegno di uno specialista, anche se talvolta può essere fonte di vergogna. Molto spesso coloro che sono soggetti a dipendenza hanno paura di apparire deboli, e tentano di nascondere la propria problematica, ma questo comportamento è senza dubbio controproducente.

Occorre impiegare attivamente il tempo, magari con un hobby, un po’ di sport, leggere, scrivere ecc. La difficoltà a tollerare la noia è alleata della dipendenza, e di conseguenza anche degli episodi di craving e di astinenza.

Smettere con la cocaina e uscire dal baratro della dipendenza non è per nulla semplice, ma è possibile farlo con gli atteggiamenti adeguati. È essenziale prestare attenzione a ogni campanello d’allarme, a ogni sintomo che colpisce la persona che soffre di dipendenza. Possono esserci delle ricadute, dato che la guarigione non è mai lineare: ci sono alti e bassi, ma questi ultimi sono più sopportabili con un aiuto adatto. Ricordiamo, infine, quanto sia importante ammettere la difficoltà e rivolgersi a un professionista.

Come disintossicarsi dalla cocaina

Il primo passo per iniziare un percorso di disintossicazione e di riabilitazione è riconoscere di avere un problema e chiedere aiuto.

La scelta se effettuare un percorso di disintossicazione a livello ambulatoriale oppure tramite un ricovero in una struttura ospedaliera specializzata è legata ad una serie di fattori tra cui le condizioni del paziente, il contesto in cui vive e il grado di dipendenza.

Ci sono pazienti infatti che sono in grado, magari grazie al supporto di familiari, di effettuare un percorso di disintossicazione a domicilio, seguiti ambulatorialmente da uno specialista.

Ma non per tutti è così semplice. Il percorso di disintossicazione in ospedale viene consigliato nei casi in cui si sia perso il controllo nell’utilizzo della cocaina o quando i livelli di craving siano tali da rendere poco efficace qualsiasi intervento ambulatoriale.

Curarsi in ospedale

Effettuare un percorso di disintossicazione da cocaina in ospedale ha una serie di vantaggi.

Il primo è la quotidiana presenza dei medici in reparto e il monitoraggio sulle 24 ore da parte degli operatori; questo consente di valutare e osservare il paziente nella sua complessità.

Ai pazienti ricoverati vengono somministrati esami di routine e possono essere approfondite eventuali problematiche internistiche correlate all’abuso di cocaina. Inoltre, vengono utilizzati test psicodiagnostici per approfondire aspetti personologici e psichiatrici in comorbidità.

In ospedale è più semplice gestire le fasi più pesanti dell’intossicazione e dell’astinenza. L’intossicazione acuta da cocaina può indurre stati di agitazione e paranoia, mentre, quando il paziente inizia la fase di disintossicazione, la cocaina cala nel sangue e inizia una fase dominata da irrequietezza psichica e motoria che si manifesta con: ansia, aggressività, insonnia, sbalzi dell’umore, desiderio feroce di consumare la sostanza.

Grazie alla terapia farmacologica e attraverso il lavoro degli operatori è possibile aiutare il paziente a gestire questi sintomi psichici tipici della fase di disintossicazione.

Generalmente il ricovero per disintossicazione da cocaina dura circa quattro settimane.

Il percorso di ricovero comprende infatti, oltre alla fase di disintossicazione, anche un percorso di riabilitazione. La cura prevede la partecipazione dei pazienti a interventi terapeutici e riabilitativi sia individuali che di gruppo, che si dispiegano nell’arco delle quattro settimane.

Un nuovo approccio: la disintossicazione per stimolazione magnetica transcranica (TMS)

Attualmente non esiste alcun farmaco che possa disintossicare un cocainomane, mentre è frequente l’utilizzo di altri farmaci come antidepressivi, stabilizzanti dell’umore ed ipnotici, dietro prescrizione medica. Questi medicinali non solo non hanno alcun effetto terapeutico ma inducono anche marcati effetti collaterali come sonnolenza, scarsa capacità di concentrazione ed altri effetti tossici.

Oggi la nuova frontiera della disintossicazione da cocaina è data dalla TMS (stimolazione magnetica transcranica) che non presenta controindicazioni e permette una progressiva riduzione del craving. La TMS infatti agisce direttamente sui neuroni alterati dalla dipendenza da cocaina, riportandoli alla condizione di partenza e sopprimendo dunque il desiderio di assumere la sostanza stupefacente. Attraverso la generazione di una serie di impulsi elettromagnetici su una frequenza specifica, si vanno a stimolare le zone del cervello interessate dal disturbo, eccitando o inibendo alcune aree cerebrali per ristabilire il corretto funzionamento. La stimolazione agisce sulle zone della corteccia cerebrale associate al craving e alla produzione di dopamina.

La tecnologia, sicura e approvata a livello internazionale, rappresenta un passo in avanti importantissimo, che consente di trattare la zona obiettivo in modo più accurato e con risultati decisamente superiori rispetto ad altri metodi.