Quali sono gli effetti della metanfetamína?

Cosa sono le metanfetamine?

La metanfetamina e i suoi derivati (ecstasy) sono tra le droghe che hanno avuto più rapida diffusione a livello mondiale negli ultimi anni, dal momento che costano relativamente poco e possono essere prodotte in casa con materiali legali e facilmente reperibili.

Si tratta di una polvere cristallina bianca, inodore e dal sapore amaro che può essere disciolta in acqua o alcol. Possiede svariati nomi: meth, speed, fischio, billy, crystal, ice.

La struttura chimica della metamfetamina è simile a quella dell’amfetamina, ma ha effetti più pronunciati sul sistema nervoso centrale. Sia che venga fumata oppure iniettata, la metamfetamina, al pari della cocaina, entra nell’apparato circolatorio e da lì al cervello molto rapidamente. 

Diversamente dalla cocaina, la metamfetamina risulta molto efficace anche se viene ingerita sotto forma di pillole, perché viene distrutta più lentamente dal fegato, entrando così facilmente nella circolazione sanguigna.

Come funzionano le metanfetamine sul nostro cervello?

In passato le metanfetamine, così come le anfetamine, sono state utilizzate come decongestionanti nasali e inalatori bronchiali.

A livello cerebrale, causando l’inibizione dello stimolo della fame, sono state utilizzate come anoressizzanti per combattere l’obesità grave e per aumentare l’aggressività, la competitività e la resistenza alla fatica in molte discipline sportive e per fini militari.

Sia a livello periferico che centrale incrementano il rilascio di tutti i neurotrasmettitori monoaminici (noradrenalina, dopamina, adrenalina e serotonina) dalle terminazioni nervose andando a interferire con la regolazione di molti comportamenti diversi.

Si ha quindi inizialmente un aumento della scarica di queste sostanze a livello recettoriale, che è causa di euforia e di tutta una serie di effetti eccitatori a livello centrale e periferico, cui segue una fase di depressione legata alla metabolizzazione e al successivo esaurimento dei neurotrasmettitori rilasciati dalle terminazioni nervose.

Gli effetti a breve termine delle metanfetamine sul cervello

Gli studi di neuroimaging hanno dimostrato che le alterazioni nell’attività del sistema dopaminergico causano riduzione della velocità motoria e difficoltà di apprendimento verbale.

Emergono inoltre cambiamenti strutturali e funzionali nelle aree del cervello associate alle emozioni e alla memoria che determinerebbero i problemi emotivi e cognitivi negli individui dipendenti.

Al contrario della cocaina e delle altre anfetamine, che possono essere eliminate, l’azione delle metanfetamine dura molto di più ed una percentuale maggiore della droga rimane più a lungo nel cervello, prolungando gli effetti stimolanti prodotti.

Tra gli effetti a breve termine più frequentemente riscontrati l’aumento della pressione sanguigna e della frequenza respiratoria, le alterazioni del ritmo cardiaco e l’ipertermia, cioè il cosiddetto colpo di calore, consistente in un aumento velocissimo della temperatura corporea (anche sopra i 42°) sono tra i più rilevanti.

L’abuso da metanfetamina ha effetti negativi anche su cellule cerebrali non neurali, come le cellule della microglia che sono cellule deputate alla difesa contro gli agenti infettivi e che rimuovono i neuroni danneggiati, ma quando eccedono in numero, possono attaccare i neuroni sani.

La metanfetamina altera le strutture cerebrali coinvolte nel processo decisionale e compromette la capacità di sopprimere i comportamenti abituali, sebbene inutili o controproducenti. Queste modificazioni a livello cerebrale potrebbero spiegare perché la dipendenza da metanfetamina è così difficile da trattare.

Conseguenze a lungo termine delle metanfetamine sul cervello

La metamfetamina, così come gli altri stimolanti, agisce interferendo con i meccanismi di cui i neuroni dispongono per bloccare la neurotrasmissione ed impedisce la successiva ricaptazione del neurotrasmettitore all’interno della terminazione nervosa.

Il risultato è che noradrenalina, serotonina e dopamina permangono nelle sinapsi molto più a lungo dopo essere state rilasciate e, di conseguenza, anche i loro effetti durano molto di più.

Nel lungo termine sono stati riportati disturbi psicotici (manie di persecuzione, ossessione, fino ad idee suicide), perdita di memoria, comportamento aggressivo e violento, alterazioni dell’umore, perdita di peso, disturbi gengivali e dentali (specie se fumata), collasso cardiocircolatorio o respiratorio, disordini nel ritmo veglia-sonno.

Uno degli effetti più studiati della metanfetamina è la neurotossicità: un danno fisico alla struttura o alle funzioni dei neuroni, permanente o reversibile. La metanfetamina può infatti indurre la distruzione dei componenti neuronali, il collasso dell’intero neurone e anomalie comportamentali, a seguito del danneggiamento dei terminali dopaminergici e serotoninergici.

L’abuso a lungo termine di metanfetamine, oltre a determinare danni fisici e mentali, incrementa la probabilità di sviluppare il morbo di Parkinson, la depressione, la schizofrenia, e altre patologie neuropsichiatriche e cognitive.