opporsi riconoscimento paternità

Come opporsi al riconoscimento di paternità?

Cos’è il riconoscimento di paternità?

Il riconoscimento è un atto con il quale i figli naturali (anche se nati fuori del matrimonio) possono essere riconosciuti dalla madre o dal padre o da entrambi, separatamente o congiuntamente, anche se già uniti in matrimonio con un’altra persona.

Il figlio nato da genitori non uniti in matrimonio può essere riconosciuto da uno solo o da entrambi i genitori congiuntamente al momento della nascita.

Nel caso in cui il bambino, alla nascita, sia stato riconosciuto da un solo genitore, sarà sempre possibile, nel futuro, il riconoscimento da parte dell’altro con apposita dichiarazione davanti all’ufficiale dello stato civile, al Giudice Tutelare o ad un Notaio, che può redigere un atto pubblico o un testamento.

Se il figlio che deve essere riconosciuto ha compiuto il quattordicesimo anno di età deve necessariamente dare il suo assenso al riconoscimento.

Se il figlio riconosciuto ha meno di quattordici anni, il genitore che per primo lo ha riconosciuto deve esprimere il suo consenso al riconoscimento da parte dell’altro genitore.

Chi può richiedere il riconoscimento di paternità?

A poter richiedere il riconoscimento di paternità può essere:

  • figlio maggiorenne;
  • figlio minorenne, tramite il consenso del genitore che ne ha la responsabilità o dal tutore;
  • nel caso in cui il minore non sia stato riconosciuto da entrambi i genitori, l’azione può essere promossa dal tutore, su autorizzazione del Tribunale;
  • discendenti del figlio naturale non riconosciuto.

Ricordiamo infine che il diritto all’accertamento della paternità è imprescrittibile per il figlio ma non per i suoi discendenti.

Ci si può opporre al riconoscimento di paternità?

Il padre ha l’obbligo di riconoscere il figlio e non ha diritto a sottrarsi al test del DNA, mentre la madre, oltre a poter ricorrere all’aborto, ha il diritto al parto anonimo e a non far conoscere le sue generalità sino alla morte.

Altresì, la giurisprudenza italiana prevede che non si possa obbligare alcun cittadino a sottoporsi a esami clinici e pertanto è sua facoltà sottrarsi allo svolgimento del test di paternità.

È tuttavia fondamentale precisare che il rifiuto a sottoporsi al test del DNA non solo possa essere valutato dal tribunale come indizio di paternità, ma nella pressoché totalità dei casi porti effettivamente alla dichiarazione della stessa.

Se fosse accertata la paternità, il genitore sarebbe chiamato ai doveri tipici del padre e quindi al mantenimento, all’istruzione ed all’educazione del figlio. Il mancato pagamento del mantenimento del minore comporta sottrarsi all’obbligo genitoriale ed è passibile di azioni civili e penali verso il genitore inadempiente.

Come si fa un test del DNA per il riconoscimento di paternità?

DNA Express è specializzata in esami di paternità sia a livello informativo anonimo che per cause legali, di seguito verrà riportata la spiegazione del test del DNA di paternità legale.

Il prelievo di saliva dovrà essere fatto dallo staff di laboratorio al domicilio del richiedente e alla presenza di entrambi i partecipanti al test (presunto padre e figlio), i quali saranno riconosciuti dallo staff tramite documento d’identità e gli stessi dovranno firmare tutti i documenti di rito e consenso informato del test, se il figlio fosse minorenne la firma sarà della madre, del tutore legale o chi ne esercita la patria potestà.

Dopo aver riconosciuto ed accertato l’identità dei soggetti in analisi ed avendo garantito la catena di custodia dei campioni, il referto avrà validità legale e sarà utilizzabile per procedimenti civili e/o penali.

L’attendibilità dell’esame è del 99,99% ed il costo è di 700€ e comprende il prelievo di saliva a domicilio in tutta Italia, le analisi del DNA e l’invio del referto con validità legale, il tutto anche in 10 giorni lavorativi.

Clicca qui per avere maggiori info sul test del DNA legale.