Cos’è la sindrome di Bloom?
La sindrome di Bloom è una malattia genetica rara, autosomica recessiva, caratterizzata da:
- instabilità genetica, che comporta la predisposizione allo sviluppo di vari tipi di cancro;
- ritardo della crescita prenatale e postnatale;
- un maggior rischio di sviluppare altre patologie.
L’instabilità genetica è dovuta alla presenza di varianti patogene nel gene BLM che produce una proteina coinvolta nella riparazione e nella replicazione del DNA. Fu descritta inizialmente nel 1954 da David Bloom e attualmente sono stati descritti più di 100 casi.
Sintomi e cause della sindrome di Bloom
La sindrome di Bloom è dovuta alla presenza di mutazioni nel gene BLM, che codifica per una proteina della famiglia delle elicasi, un enzima che partecipa al processo di replicazione del DNA e deputato a svolgere il doppio filamento. Il suo modello di eredità è autosomico recessivo.
Quando sono presenti le mutazioni, l’attività dell’enzima è alterata o inibita e ne derivano rallentamenti della velocità di replicazione e purtroppo anche errori durante la stessa. Le conseguenze delle alterazioni che avvengono durante il processo replicativo sono:
- l’aumento della frequenza di scambio di segmenti genici tra cromatidi fratelli;
- la maggiore frequenza di rottura dei cromosomi.
I sintomi che caratterizzano la malattia vanno da una maggiore incidenza di cancro in età precoce, a causa dell’elevata instabilità genomica, bassa statura, telangiectasia (presenza di piccoli vasi sanguigni dilatati nella pelle e nelle mucose), presenza di aree ipo e iper pigmentate nella pelle, suscettibilità alle infezioni per carenza di alcune immunoglobuline, ipogonadismo e infertilità negli uomini e menopausa precoce nelle donne.
I tumori maligni più comunemente associati alla malattia sono la leucemia e il linfoma nell’infanzia e durante l’adolescenza, e vari tipi di adenocarcinoma nell’età adulta (soprattutto quelli a livello del colon, dell’esofago, e della mammella). Durante l’infanzia possono insorgere tumori rari come il tumore di Wilms e l’osteosarcoma. Comuni sono la difficoltà all’alimentazione nel periodo neonatale e la presenza di tessuto adiposo sottocutaneo eccezionalmente poco denso o dall’aspetto atrofico
I maschi sono sterili con azoospermia, mentre le femmine possono essere fertili e a causa dell’alta incidenza del cancro tra i pazienti, l’aspettativa di vita è notevolmente diminuita.
Altro tratto peculiare della patologia è la dolicocefalia, una caratteristica morfologica che riguarda il cranio, il quale appare allungato a seguito di un’alterata saldatura delle ossa craniche.
Esiste un trattamento?
Per la sindrome di Bloom non esiste una cura, di conseguenza il trattamento è limitato a ridurre segni, sintomi e a curare le malattie associate (infezioni, diabete, cancro).
Gli antibiotici vengono utilizzati per curare le infezioni mentre se i livelli sierici di immunoglobuline sono bassi i pazienti affetti possono trarre beneficio dalla terapia sostitutiva immunoglobulinica.
Gli individui affetti da questa patologia devono evitare inoltre i raggi X, limitare l’esposizione al sole, gli agenti chemioterapici ed altre esposizioni ambientali che possono provocare danni ai loro cromosomi particolarmente fragili.
Ovviamente, data la maggiore predisposizione allo sviluppo di tumori, gli individui con sindrome di Bloom devono sottoporsi regolarmente a controlli per valutare la presenza di tumori allo stadio iniziale.
Qual è la prognosi?
La prognosi non è favorevole a lungo termine, poiché la mortalità è elevata (intorno ai 30 anni d’età). Le complicazioni della malattia come diabete, cancro e infezioni incidono largamente sulla prognosi.