In Italia si ritiene che circa il 50% della popolazione sia intollerante al lattosio, ma solo 1 persona su 4 sa di esserlo. Il problema ha origine nell’intestino tenue. Il lattosio è un disaccaride che per essere correttamente digerito dall’organismo deve prima essere scomposto nei due zuccheri semplici che lo compongono: galattosio e glucosio. Questa scissione avviene proprio nell’intestino tenue ad opera dell’enzima lattasi. Se l’enzima lattasi è carente o assente, il lattosio non può essere digerito e resta a fermentare nel lume intestinale.
Raggiungendo in seguito l’intestino crasso viene fermentato dalla flora batterica intestinale richiamando acqua che sarà poi responsabile della comparsa di diarrea e conseguente produzione di idrogeno (causando meteorismo).
Quali sono i sintomi dell’intolleranza al lattosio?
I principali sintomi sono: dolori addominali, meteorismo, pesantezza di stomaco, senso di gonfiore gastrico, diarrea o stitichezza che insorgono da 1-2 ore a qualche giorno dopo l’ingestione di alimenti che contengono lattosio.
Oltre a questi, si manifestano anche sintomi più generici come mal di testa, stanchezza, nausea, eruzioni cutanee e, in rari casi, perdita di peso.
La sintomatologia è differente da persona a persona, con manifestazioni di diversa entità e importanza perché dipendono dalla gravità dell’intolleranza e dal tipo di pasto ingerito. Tuttavia tali sintomi non sono specifici e spesso si sovrappongono ai sintomi di altre patologie del tratto gastro-intestinale, questo purtroppo comporta un ritardo della diagnosi.
È importante non confondere l’intolleranza al lattosio con l’allergia alle proteine del latte, entrambe le condizioni producono un quadro sintomatologico molto simile, ma di norma l’allergia alle proteine del latte vaccino provoca anche orticaria e/o comparsa di rash cutanei quasi immediatamente dopo l’assunzione del latte.
Come si diventa intolleranti al lattosio?
L’intolleranza può essere genetica (o primaria) quando l’organismo non è in grado di produrre l’enzima lattasi a sufficienza a causa di una mutazione nel suo DNA.
In tutti gli altri casi, l’intolleranza al lattosio è acquisita (o secondaria), e può insorgere a qualunque età. Può essere la conseguenza di patologie, lesioni e infiammazioni a carico dell’intestino o di terapie antibiotiche che inibiscono l’attività dell’enzima lattasi.
Come diagnosticare l’intolleranza al lattosio
Per capire se si tratta di una forma primaria e permanente occorre eseguire il test genetico dell’intolleranza al lattosio, ovvero con un tampone buccale per il prelievo della saliva è possibile analizzare il proprio DNA e scoprire la presenza della mutazione associata all’intolleranza. È scientificamente dimostrato che la mancanza di lattasi è dovuta a una variazione genetica del DNA. Essendo un test semplice, rapido e non invasivo si può fare più facilmente quando il soggetto interessato è un bambino, mentre il Breath Test può risultare più difficile.
I due test sono complementari e non alternativi perché nella maggioranza dei casi i risultati forniscono una visione completa sul livello di intolleranza al lattosio. In assenza di sintomi, il test genetico definisce una predisposizione all’intolleranza individuando i soggetti che potrebbero manifestarla, permettendo di definire una dieta ed uno stile di vita adeguato.
Quando l’esito dei test è positivo occorre consultare un medico specializzato per avere una diagnosi accurata e intraprendere la giusta dieta e terapia. È infatti importante saper leggere e interpretare i risultati dei test, non limitandosi a leggere il verdetto finale “positivo”.