Cos’è e quando serve un test antidroga?
I test antidroga servono per verificare che una persona abbia fatto uso di una sostanza stupefacente analizzando i suoi capelli (o peluria), urine, sangue o saliva.
Queste analisi di solito vengono richieste dai datori di lavoro ai propri dipendenti, in cause civili e penali di varia natura e infine possono essere richieste da genitori o partner preoccupati dello stato di salute dei propri cari e cerca di prevenire una tossicodipendenza.
L’esame antidroga più utilizzato è quello del capello in quanto ha una finestra di analisi più ampia rispetto agli altri campioni (si può andare a ritroso di diversi mesi), i capelli sono facilmente reperibili (si possono analizzare anche quelli sulle spazzole per capelli o sul fondo del lavandino) e si conserva in perfette condizioni anche dopo diverso tempo dalla caduta.
Ci sono falsi positivi nei test antidroga?
Nel 5-10% dei casi i test antidroga possono produrre dei risultati positivi, benché il soggetto esaminato non abbia assunto droghe. Queste sono analisi di primo screening che potrebbero dare dei falsi positivi anche per sostanze contenute all’interno di medicine contro il raffreddore o negli inalatori nasali, in quanto contengono antistaminici.
Alcuni antibiotici che vengono prescritti per infezioni batteriologiche come per esempio polmonite o infezioni alle vie urinarie contengono oppiacei come l’eroina e anche una sola pastiglia sarebbe in grado di falsare i risultati del test.
Attenzione anche a ciò che si mangia, addirittura un semplice panino con semi di papavero sarebbero sufficienti per alterare le analisi. Inoltre pare che con l’assunzione di sei compresse di ibuprofene risulti positivo il test per la marijuana.
Cause più comuni di falsi positivi
I falsi positivi negli esami tossicologici possono risultare tali per diverse ragioni, per esempio la non corretta separazione dei campioni o la loro etichettazione errata in laboratorio compromettono i campioni in modo da produrre risultati errati.
Altra problematica che si può presentare in laboratorio è l’utilizzo di un valore soglia (cut-off) molto basso per affermare la presenza della sostanza d’abuso, allora le persone sottoposte ad una esposizione accidentale o occasionale di quest’ultima potrebbero risultare positivi perché contaminati. Un esempio è il fumo passivo di marijuana o ingerire cibi con semi di papavero o a base di marijuana che possono rendere i risultati positivi se il livello di cut-off è troppo basso.
Altro caso di falsa positività è fumare con elevata frequenza cannabis legale, infatti anche se il valore di THC contenuto in questi prodotti è molto basso, l’elevato consumo abbinato ad un determinato metabolismo possono causare falsi positivi.
Al di là di situazioni in cui realmente ciò può essere accaduto molto spesso il motivo della presenza di droghe, per avvenuta contaminazione, è addotto più che altro come pretesto in quanto è veramente difficile dimostrare che il fatto sia avvenuto per “caso” o “accidentalmente”.
L’esame del capello fai da te
Esistono in commercio dei kit per verificare nella privacy e intimità di casa se una persona fa uso di sostanze stupefacenti come la cocaina per esempio. Il kit è spedito anonimamente in tutta Italia e con una ciocca di capelli si potrà sapere in pochi minuti se il test è positivo o negativo a determinate droghe.
Oltre a questo esame fai da te è poi possibile richiedere un esame del capello in laboratorio per potersi affidare ad una struttura qualificata ed avere un referto di analisi con la quantità della droga consumata, il tutto sempre nel completo anonimato.
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