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Test antidroga sul lavoro: quando, come e perché?

Il 7 luglio del 2017, il Ministero della Salute trasmette alla Conferenza Unificata di Stato e Regioni un documento denominato “Indirizzi per la prevenzione di infortuni gravi e mortali correlati all’assunzione di alcol e droghe e il coordinamento delle azioni di vigilanza” che regolamenta i controlli antidroga sul luogo di lavoro.

La legge prevede l’obbligatorietà, per alcune categorie di lavoratori, di sottoporsi a periodici test antidroga, e impone sanzioni ai datori di lavoro che non mettono in atto i controlli.

Ma quali sono le mansioni soggette ai controlli antidroga e ai test sull’abuso di alcol sul luogo di lavoro? E quali le conseguenze per il lavoratore che risulta positivo? Vediamo maggiori dettagli in questo articolo.

Le categorie soggette a sorveglianza sanitaria

Le attività soggette a obbligo di test antidroga sul lavoro sono quelle che, a causa di infortunio da parte del lavoratore, possono comportare un serio rischio per la sicurezza non solo del soggetto stesso, ma anche di terze persone.

Nello specifico:

  • mansioni inerenti le attività di trasporto come: possessori della patente di guida categoria C, D, E, guidatori di taxi o di veicoli in servizio di noleggio con conducente; personale ferroviario, di metropolitane, tranvie, filovie, autolinee e impianti funicolari, aerei e terrestri; manovratori di apparecchi di sollevamento; personale marittimo; controllori di volo ed esperti di assistenza al volo.
  • Mansioni sanitarie svolte in strutture pubbliche e private in qualità di: medico, infermiere, operatore socio-sanitario, ostetrica caposala e ferrista, infermiere pediatrico, addetto ai nidi materni e ai reparti per neonati e immaturi, mansioni sociali e socio-sanitarie svolte in strutture pubbliche e private.
  • Attività di insegnamento nelle scuole pubbliche e private.
  • Attività per le quali è richiesto un certificato di abilitazione per lavori pericolosi quali impiego di gas tossici, fabbricazione e uso di fuochi di artificio, posizionamento e brillamento mine, direzione tecnica e conduzione di impianti nucleari.
  • Impieghi che impongano la dotazione di armi.
  • Occupazioni relative all’edilizia e alle costruzioni in quota superiore ai 2 metri.
  • Attività in miniere o cave.

Quali droghe devono essere ricercate dal test ?

Il medico del lavoro effettua il drug test prelevando campioni di capelli, urina o saliva al lavoratore con lo scopo di rilevare principalmente le seguenti sostanze :

Il lavoratore può rifiutarsi di effettuare  il test per l’analisi antidroga?

Il lavoratore non può rifiutarsi di effettuare il test antidroga al lavoro. In prima istanza, se egli non si presenta alla data prevista entro 10 giorni, la struttura sanitaria disporrà un nuovo controllo. In caso il lavoratore non dovesse adempiere di nuovo agli obblighi, scattano in automatico una sanzione e l’allontanamento dalla mansione a rischio (fino a quando non venga accertata la sua idoneità).

Sanzioni (amministrative e penali) sono previste anche per il datore di lavoro che omette l’effettuazione dei test per i lavoratori soggetti o che non rimuova dalla mansione chi dovesse risultare positivo.

Che cosa deve fare il datore di lavoro?

Egli ha l’obbligo di agire per la prevenzione del rischio di assunzione di alcolici o sostanze stupefacenti, al fine di evitare i gravi pericoli che potrebbero derivarne.

Annualmente dovrà poi comunicare, per iscritto, al medico competente, l’elenco dei lavoratori da sottoporre ad accertamenti. Tale elenco dovrà essere tempestivamente aggiornato ed integrato in relazione ai nuovi assunti ed ai lavoratori che hanno cessato le mansioni interessate.

Il medico, una volta ricevuta la lista dei lavoratori da sottoporre a sorveglianza ha 30 giorni di tempo per stabilire giorno ed ora in cui saranno eseguite le visite e gli accertamenti tossicologici. Tale appuntamento deve essere comunicato ai lavoratori con un preavviso massimo di 24 ore (il minimo non è stabilito). In generale, è comunque obbligatorio che questi esami vengano eseguiti annualmente a coloro che operano in settori e aziende appartenenti a una categoria professionale a rischio. Per quanto riguarda la sorveglianza sanitaria, è sempre il datore di lavoro ad attivare il medico competente per l’effettuazione dei controlli.

Cosa accade se l’esito del test antidroga è positivo?

Nel caso i test effettuati dal medico competente diano esito positivo, il lavoratore viene informato della cosa e inviato a effettuare ulteriori controlli al Ser.D. (Servizi Ambulatoriali Dipendenze). Egli viene ritenuto temporaneamente non idoneo al servizio e, di conseguenza, sospeso dall’attività a rischio; tuttavia, l’esito positivo dei test non comporta la risoluzione automatica del rapporto di lavoro.

Il lavoratore trovato positivo può richiedere la ripetizione del test, condotto nuovamente sul campione prelevato nell’accertamento. Nel caso i controlli confermino l’utilizzo di sostanze psicotrope, sarà il Ser.D. a individuare un percorso di recupero per il lavoratore, anche in vista di un eventuale reinserimento nella mansione precedentemente svolta. La cessazione temporanea della prestazione lavorativa, dunque, non è retribuita ma garantisce la conservazione del posto al lavoratore. Questo periodo di tempo può durare anche tanto quanto il programma riabilitativo.