Che cosa provoca l’osteoporosi?
L’osteoporosi è una malattia metabolica ossea caratterizzata sia da una riduzione della quantità dell’osso che da un’alterazione della sua architettura causando così la fragilità del sistema scheletrico fino ad indebolirlo a tal punto che anche piccoli traumi possono provocare fratture. Nella sua forma più grave ci può essere frattura ossea anche per motivi banali come il sollevamento di un peso, la torsione del busto o un semplice salto. Le ossa più colpite sono femore, bacino, avambraccio e vertebre.
Le cause sono da ricondursi alle due componenti principali delle ossa: collagene e calcio, che danno rispettivamente flessibilità e durezza. Con gli anni questi tessuti possono perdere la capacità di rigenerarsi perciò le cellule preposte alla produzione di nuovo tessuto osseo sono meno attive rispetto a quelle che riassorbono il tessuto vecchio, in questo modo i tessuti esauriti non vengono più sostituiti.
Secondo l’ultima indagine ISTAT in Italia oltre 3,5 milioni di donne e 1 milione di uomini con un’incidenza in aumento nel sesso maschile siano soggetti ad osteoporosi.
Quali sono i primi sintomi dell’osteoporosi?
I sintomi dell’osteoporosi non risultano sempre di facile riconoscimento, anzi in fase iniziale viene definita una patologia asintomatica fino a quando una banale caduta, o un urto improvviso, non provochi una frattura ossea.
Il segnale che può indurre il medico a sospettare della sua presenza è rappresentato dal dolore osseo, ma i sintomi da osteoporosi all’anca e alla schiena non compaiono al mattino usciti dal letto, bensì dopo essere stati a lungo in piedi e annullandosi rapidamente una volta sdraiati.
Vi sono poi altri sintomi tipici come calcolosi renale, ipercalcemia, ipercifosi, iperlordosi, osteopenia.
Quali sono i dolori dell’osteoporosi?
L’osteoporosi è una malattia subdola perché si sviluppa in modo silenzioso, spesso senza dare segno di sé per molti anni. I pazienti osteoporotici sviluppano spesso dolore osseo o muscolare, soprattutto a livello lombare. Inoltre, l’assottigliamento e la fragilità delle ossa predispongono all’incurvamento della colonna vertebrale. Molto comuni sono anche le fratture vertebrali da compressione, che possono anche passare pressoché inosservate. In molti casi queste fratture sono la prima manifestazione improvvisa di un osteoporosi che per anni non ha dato alcun sintomo premonitore e sono indice di una malattia già in stadio avanzato.
Per evitare di trovarsi in questa situazione, è importante valutare con l’aiuto del medico la predisposizione individuale all’osteoporosi, e quindi il rischio di frattura, analizzando i propri fattori di rischio e mettendo in atto misure di prevenzione.
Fattori di rischio per l’osteoporosi
I fattori di rischio per l’osteoporosi sono: alcolismo, fumo, l’età, il genere femminile, la familiarità (frattura dell’anca nei genitori), la presenza di frattura vertebrale o di osteopenia evidenziate alla radiografia. Anche l’uso protratto di terapie corticosteroidee o l’impiego di farmaci in grado di contribuire alla perdita della massa ossea possono essere classificati come fattori di rischio.
Altre patologie correlate all’osteoporosi sono l’artrite reumatoide, le patologie endocrine (morbo di Cushing, ipertiroidismo non controllato, iperparatiroidismo primitivo, ipogonadismo, menopausa precoce, diabete mellito) e alcune patologie dell’apparato gastro-intestinale (celiachia, malattie infiammatorie intestinali, interventi di chirurgia dell’obesità, malassorbimento).
Cosa fare quando si ha l’osteoporosi?
L’osteoporosi è una malattia dalla quale non si può guarire. Tuttavia, si può fare qualcosa, oltre che per prevenirla, anche per rallentarne o arrestarne la progressione. In alcuni casi, i trattamenti disponibili permettono addirittura di aumentare la densità dello scheletro e, in una certa misura, di invertire la tendenza alla perdita di massa ossea.
Terapie farmacologiche
Esistono diversi farmaci approvati per la prevenzione e il trattamento dell’osteoporosi. La decisione sul tipo di cura dipenderà dal risultato delle indagini prescritte dal medico e dalla sua valutazione sull’entità del rischio basata su una serie di fattori, come l’età, il sesso e la gravità dell’osteoporosi.
I farmaci efficaci nella terapia dell’osteoporosi possono essere suddivisi in tre categorie:
- agenti anti-riassorbitivi: riducono il riassorbimento osseo, rallentando o fermando la perdita di osso e preservando la densità ossea;
- agenti anabolici: stimolano la formazione di nuovo osso, aumentando la BMD;
- agenti con doppio meccanismo: inibiscono debolmente il riassorbimento osseo e stimolano debolmente la neoformazione ossea.
Prevenire l’osteoporosi
Le persone a rischio di sviluppare l’osteoporosi dovrebbero prendere delle precauzioni per mantenere le ossa in salute, tra cui:
- seguire una dieta ricca di frutta e verdura, che preveda anche un adeguato apporto di calcio attraverso l’assunzione di latte, yogurt, formaggi, alimenti arricchiti di calcio, acque minerali ricche di calcio;
- limitare l’assunzione di sale;
- assumere una dieta con un adeguato apporto di vitamina D e ricorrere se necessario a supplementi vitaminici al di sopra dei 50 anni o in presenza di carenza di vitamina D esporsi ogni giorno al sole (per almeno 10 minuti);
- fare attività fisica regolare per rinforzare i muscoli, migliorare l’agilità, la postura e l’equilibrio;
- smettere di fumare;
- moderare l’assunzione di bevande alcoliche;
- sottoporsi agli esami clinici e radiografici quando indicato.
La prevenzione delle fratture si realizza con la prevenzione delle cadute che espongono al rischio di fratture. Nelle persone anziane possono contribuire alle cadute anche i difetti della vista, i disturbi dell’equilibrio e l’uso di sedativi e tranquillanti. Gli anziani dovrebbero utilizzare scarpe dalla suola di gomma e quando indicato impiegare bastoni o deambulatori, la loro abitazione deve essere ben illuminata, sgombra da tappeti e disporre di punti di appoggio, in particolare in bagno.
Prevenire l’osteoporosi si può e si deve, anche perché le cure disponibili non permettono di guarire dalla malattia, una volta che si è instaurata, ma solo di fermarne o rallentarne la progressione.
La prevenzione, quindi è fondamentale e deve iniziare presto, fin da quando si è giovani. È in questa fase della vita, infatti, che si raggiunge il picco di massa ossea e si mette da parte quel “capitale” di minerali nell’osso, primo fra tutti il calcio, da cui dipende la robustezza dello scheletro negli anni a venire. Raggiungere un picco di massa ossea adeguato in gioventù significa fare un investimento per il futuro e ridurre le probabilità di avere l’osteoporosi quando si diventerà anziani.